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    Speciale medicina
    3 Luglio 2017
    App di chirurgia plastica per bambini, polemica in Gb

    Sono colorate e divertenti, hanno nomi come ‘Star Girl Surgery’ o ‘Little Skin Doctor’ e sono app rivolte a bambini dai 9 anni in su, per giocare al ‘piccolo chirurgo plastico’. Moderne varianti su ‘smartphone’ dell’’Allegro chirurgo’, che però in Gran Bretagna hanno suscitato polemiche: un report dell’autorevole fondazione ‘Nuffield Council on Bioethics’ ha puntato il dito contro alcune app e giochi on line, chiedendone la rimozione da internet. «Secondo gli esperti, questi giochi rischiano di aumentare l’ansia di apparire tra i teenager», spiega il presidente della Federazione italiana di medicina estetica (Fime), Raffaele Rauso. «Non solo: social come Facebook, Instagram e Snapchat bombardano ogni giorno i teenager con immagini irrealistiche, che spingono a ricercare una perfezione irrealizzabile e che possono dare un’idea distorta della realtà», continua Rauso. Mentre in Gran Bretagna si invocano ora normative per vietare procedure di chirurgia e medicina estetica ai minori di 18 anni, nel nostro Paese è già stato fatto un passo avanti. «In Italia esiste già una legge del 2012 che vieta di praticare interventi di chirurgia plastica a fine estetico sui minorenni: è possibile operare prima dei 18 anni solo se ci sono problematiche funzionali – ricorda Rauso – Per la medicina estetica, invece, non c’è ancora una normativa: un sedicenne, con il consenso di entrambi genitori, può fare ad esempio un filler per rimpolpare le labbra o delle iniezioni di botulino». Secondo uno studio, un giovane inglese su quattro oggi sarebbe preoccupato più del suo aspetto fisico che della salute. «Anche in Italia i giovani sono attentissimi al proprio aspetto: fare un selfie e ricevere molti like significa essere apprezzati e benvoluti, per questo apparire al meglio è importante, ma non bisogna esagerare – dice ancora il presidente Fime in una nota – Gli adolescenti sono troppo influenzabili da fattori esterni e dalle mode del momento per pensare di sottoporli a cambiamenti, anche temporanei, del proprio aspetto».