VITERBO – Bel successo giovedì scorso in piazza Scotolatori per la proclamazione dei vincitori del premio di poesia “La léngua vitorbese”. Il bis venerdì, nell’aula magna di San Carlo per la presentazione del libro di Emilio Maggini, tocca ora ai giovanissimi studenti delle scuole primarie di Viterbo.
Alcune decine di studenti delle classi quarte e quinte di alcune scuole viterbesi (Canevari, Concetti, Volta) hanno letto in pubblico i versi del poeta di “Piescarano”, Emilio Maggini.
Le loro maestre, Angela Annamaria Margherita e Mariella li hanno splendidamente preparati, affiancati e incoraggiati sul palco.
Ad applaudire, un pubblico folto e festante: i loro genitori e i loro nonni ma anche gli appassionati di poesia, gli affiliati della storica associazione Tuscia dialettale, la gente di Pianoscarano, donne e uomini del Comitato festeggiamenti del quartiere (presidente Paolo Bracaglia in testa), i simpatizzanti di Banda del racconto e non pochi curiosi di passaggio. Ovviamente c’era la giuria (Benedetti, Celestini, Giuliani, Mecarini, il sottoscritto). E le istituzioni (dal deputato Giuseppe Fioroni alla vicesindaca Luisa Ciambella: entrambi si sono prodigati con energia per il progetto e il finanziamento, per la promozione e la felice riuscita di questo inedito “pacchetto” di iniziative culturali, al tempo stesso rigorose e popolari).
Tutto questo in piazza Scotolatori giovedì pomeriggio – con la proclamazione dei vincitori di “La léngua vitorbese”: primo concorso di poesia in dialetto locale senza limiti di età; venerdì invece, nella solenne cornice dell’aula magna del complesso UNITUS di San Carlo, per la presentazione dell’antologia dei versi e delle prose dialettali di Emilio Maggini, volume curato dall’antropologo Marco D’Aureli e pubblicato da Davide Ghaleb Editore nella collana “Banda del racconto”. Tutto questo nella creativa cornice della Festa dell’Uva 2017.
Due piccoli eventi scintillanti come pietre preziose. Eh sì, perché per due giorni siamo riusciti – tutti insieme: giovani studenti e vecchi poeti, insegnanti appassionate e “passionisti” del verso dialettale, organizzatori e amministratori – a sottrarre la letteratura locale ai polverosi scaffali delle biblioteche per riportarla nelle piazze, in mezzo al popolo. Per una festa assolutamente di tutti i viterbesi. Ne siamo orgogliosi.
Sabato inoltre, è andata a buon fine anche la terza iniziativa finanziata dal Comune di Viterbo: la giornata di pittura estemporanea per strade e piazze del quartiere, “Pianoscarano pittoresca” con il primo premio assegnato al bravo Michele Telari.
Non finisce qui. Tocca ora al concorso a premi per la miglior poesia dialettale “in fiocco e grembiule”, riservato cioè agli alunni delle classi quarte e quinte delle scuole primarie del capoluogo. Il bando scade il 27 ottobre. I giovanissimi vincitori saranno proclamati nel corso di una pubblica manifestazione verso la metà di novembre. L’iniziativa è finanziata dalla Fondazione CARIVIT. Maestre e ragazzi sono già al lavoro. Che vinca il migliore.
Ma più in generale, e possiamo dirlo senza timori di smentita, due “vincitori” ci sono già: il quartiere di Pianoscarano e tutta la città di Viterbo. Perché i viterbesi tutti, grazie a questo umile ciclo di iniziative tese a rafforzare sentimento e valore dell’identità locale, e quindi un lieto orgoglio dell’appartenenza di campanile, proprio in questa nuova e diffusa attenzione per la “casa” comune del dialetto e delle tradizioni hanno ritrovato un’antica, meritata dignità. (Antonello Ricci)