Prurito, depressione e ansia, ma anche stress e stigma sociale: sono le conseguenze che gli oltre 35 mila adulti interessati da dermatite atopica, e gli oltre 8 mila che presentano la malattia in forma grave, sono costretti a vivere ogni giorno. Segni e sintomi evidenti e persistenti, come escoriazioni, lesioni e infezioni compromettono seriamente la qualità della vita di questi pazienti. Per far luce su questa patologia, Andea – Associazione nazionale dermatite atopica ha istituito a Roma la prima ‘Giornata nazionale della dermatite atopica’, promossa in collaborazione con Sanofi Genzyme (divisione speciality care di Sanofi), per portare all’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica l’impatto che questa patologia ha sulla vita dei malati. «La qualità della vita di questi pazienti oggi potrebbe migliorare sensibilmente grazie a nuove terapie risultate efficaci sia sulle manifestazioni cutanee della malattia sia sul prurito – spiega Giampiero Girolomoni, professore ordinario di Dermatologia e venereologia, Università di Verona – Scienza e ricerca negli ultimi 10 anni hanno fatto grandi progressi individuando l’origine patogenetica della dermatite atopica e consentendo di sviluppare soluzioni terapeutiche mirate e utilizzabili nel lungo periodo. Le nuove terapie offrono il vantaggio di non avere effetti collaterali, sono efficaci a lungo termine, non causano interazione con gli esami di laboratorio». «E’ già disponibile negli Usa e in Francia una terapia (approvata dell’Ema) che per la prima volta è in grado di restituire una vita a queste persone – sottolinea all’AdnKronos Salute Mario Picozza, presidente dell’Associazione Andea – Mesi fa abbiamo sollecitato l’Aifa affinché si pronunciasse rispetto a un accesso precoce a queste terapie, ma purtroppo, a oggi, non abbiamo ricevuto alcun riscontro».
Speciale medicina
28 Ottobre 2017
Dermatite atopica, nuove terapie