«Aspettiamo un segno dell’Aifa, così da poter garantire l’accesso ai pazienti italiani a questo prodotto, che rappresenta un rimedio per una patologia rara e particolarmente invalidante come la cheratite neurotrofica che, fino ad oggi, non si era riusciti a risolvere. La valutazione tecnico-scientifica è stata fatta. Adesso stiamo aspettando la data per poter discutere nel Comitato prezzi il rimborso del farmaco. Spero che a breve si possa offrire a tutti i pazienti del nostro Paese questa possibilità di cura». E’ questo l’auspicio di Eugenio Aringhieri, Chief Executive Officer Dompé farmaceutici che, dal 97.esimo Congresso Soi – Società oftalmologica italiana in corso a Roma, illustra all’AdnKronos Salute i risultati raggiunti nel trattamento della cheratite neurotrofica con il collirio a base di ‘cenegermin’, approvato dall’Agenzia europea per i medicinali lo scorso luglio. Un punto di svolta per una malattia che può portare alla perdita di visione e, che sino ad oggi, era sprovvista di farmaci approvati: «Il 15 novembre è stato lanciato in Germania un collirio a base di Cenegermin – ricorda Aringhieri – e i primi pazienti tedeschi hanno trovato rimedio al proprio problema, fino ad oggi orfano di cura. Questo ci riempie di gioia e soddisfazione. Dobbiamo da una parte essere orgogliosi, e dall’altra partire da qui per continuare a sviluppare le potenzialità di questo prodotto, che sono sicuramente tante». Questa nuova opportunità per i pazienti è il risultato di un’innovazione ‘made in Italy’, frutto di decenni di ricerca, a partire dagli studi del premio Nobel Rita Levi Montalcini che scoprì il ‘nerve growth factor’ (Ngf), una proteina naturalmente prodotta dal corpo umano, responsabile dello sviluppo, del mantenimento e della sopravvivenza delle cellule nervose. Il principio attivo ‘cenegermin’, realizzato attraverso un processo produttivo biotecnologico originale, è la versione ricombinante del Ngf umano (rhNgf).
Speciale medicina
7 Dicembre 2017
"Collirio made in Italy, ultima parola all’Aifa"