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    Speciale medicina
    17 Gennaio 2018
    Arriva su internet la palestra per il cervello

    Più del 60% degli italiani dedica il proprio tempo alla palestra, alla cura dell’aspetto e del corpo, ma solo il 37% alla cura del cervello. E’ la ‘fotografia’ scattata dal sondaggio di Swg per Novartis all’interno dell’iniziativa Brainzone, il progetto dedicato alla sensibilizzazione sull’importanza della cura del cervello e sulle patologie neurologiche, giunto quest’anno alla sua terza edizione. Secondo i risultati della ricerca, gli italiani passano la maggior parte del proprio tempo libero ad ascoltare la radio (46%) e guardare la tv (41%), mentre un numero decisamente inferiore si dedica ad attività che possono stimolare e rafforzare la mente: il 24%, infatti, svolge con frequenza giochi quali l’enigmistica e il sudoku e solo l’8% visita musei e va a teatro.
     «Solamente metà del campione, nell’ultima settimana, ha letto libri o risolto quesiti di enigmistica ed è da evidenziare che si tratta soprattutto della fascia over 55 della popolazione: in misura maggiore si tratta di persone in età pensionabile, circa il 59%, o che non lavorano – spiega Maura Porcino, direttore di ricerca di Swg Italia, che ha condotto la ricerca – Emerge da questi dati che hobby come l’enigmistica o il sudoku sono preferiti in particolare dagli adulti; vi è una spaccatura, infatti, tra italiani in età lavorativa e fasce più adulte della popolazione che riflette un cambio di abitudini ma anche una diversa gestione del proprio tempo. Questo tipo di attività viene rimandata a momenti in cui si ha più tempo e una diversa consapevolezza degli effetti dell’età sul nostro corpo, come la pensione». Ma le funzioni cognitive e le capacità mentali hanno bisogno di essere preservate e possono essere aumentate anche grazie a un’alimentazione equilibrata e alla cura e all’esercizio della mente. Con risultati migliori se si inizia da giovani, spiegano gli esperti. In questo modo si attivano nuove connessioni e aree del cervello scarsamente utilizzate e si agisce contro i processi neurodegenerativi e la perdita di volume cerebrale (atrofia) correlati all’invecchiamento e osservati anche in alcune patologie che colpiscono il cervello. risultati della ricerca evidenziano, inoltre, che gli italiani non riconoscono a pieno il ruolo di questo organo. Per la maggioranza il cervello è responsabile esclusivamente della comprensione del linguaggio e del controllo delle emozioni e non se ne riconosce il ruolo di ‘regista’ delle funzioni corporee, come ad esempio nella regolazione del battito cardiaco e della pressione sanguigna.