Un trend ineludibile, con il quale la società italiana dovrà fare i conti senza la messa in atto si un tempestivo intervento istituzionale e sociale: si tratta dell’invecchiamento della popolazione, una risorsa per la comunità che però non sempre corrisponde ad una elevata qualità della vita per stessi anziani. Se ne è parlato in occasione dell’incontro #generazioneinforma, organizzato a Roma da ‘formiche’ in collaborazione con Gsk. Tra i numerosi aspetti analizzati dai partecipanti del meeting – che ha coinvolto esponenti delle istituzioni, mondo accademico, medici e associazioni – è emerso quanto sia fondamentale «ricordare alla popolazione anziana il proprio diritto alla vaccinazione, uno dei pilastri fondamentali indicati anche dall’Unione europea per un invecchiamento attivo e in salut. I vaccini, infatti, rappresentano uno degli interventi sanitari dal miglior profilo costo-beneficio sul breve e lungo termine. E nell’età adulta e senile – hanno ribadito gli esperti – una corretta immunizzazione risulta di fondamentale importanza. Molte vaccinazioni sono infatti di cruciale importanza per la prevenzione di gravi malattie, come l’influenza, la polmonite pneumococcica e l’Herpes Zoster (‘Fuoco di Sant’Antonio’). «Le persone anziane non sanno che esistono dei vaccini per poter prevenire delle malattie che, se non evitate, possono portare molto spesso anche alla morte – ha sottolineato il direttore di HappyAgeing Marco Magheri – Oggi le morti per polmoniti batteriche sono più numerose delle morti per incidenti stradali, eppure nessuno lo sa». «Il potere di acquisto degli anziani – continua Magheri – è stato calcolato in Italia in circa 40 mld di euro l’anno. Un numero per difetto – osserva – perché se andiamo a calcolare il costo della mancata vaccinazione sulla popolazione attiva, come ha fatto l’Università Cattolica del Sacro Cuore, si arriva alla cifra di 1 mld di euro in perdita di potere d’acquisto e della produttività. Dal momento che la vaccinazione, come da Piano nazionale, viene erogata per le persone ‘over 65’, capiamo che questa è una cifra estremamente calcolata al ribasso». Dal meeting è stato ribadito quanto sia basilare intervenire tempestivamente sulle politiche di invecchiamento della popolazione, per escludere risultati disastrosi nel prossimo futuro. Da questo punto di vista, il territorio è un «anello mancante», ha osservato il presidente Enpam Alberto Oliveti, che ha ricordato quanto «la medicina di prossimità sia inapplicata, aumentando l’onere di lavoro degli ospedali». Oliveti ha suggerito poi l’istituzione di «unità di cure territoriali», ovvero «dei team multidisciplinari che abbiano la funzione di intercettare il bisogno laddove scaturisce quando c’è una riacutizzazione».
Speciale medicina
17 Gennaio 2018
Più longevità con l’accesso alle politiche di cura