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    Economia e Lavoro
    31 Marzo 2018
    Artigiani: dati in miglioramento ma la crisi non è ancora alle spalle

    VITERBO – Ancora un anno difficile per l’artigianato viterbese, seppure con qualche luce all’orizzonte. Sebbene anche il 2017 si sia concluso con un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni di imprese il risultato è meno pesante rispetto al 2016.
    Nello specifico, lo scorso anno sono state 454 le nuove imprese iscritte e 542 quelle cancellate con un saldo negativo di -88, pari al -1,2% sostanzialmente in linea con il dato regionale che è del -1,1%, ma non con quello nazionale del -0,8%. Mentre nel 2016 si era registrato una flessione ben più consistente nella Tuscia del -2,2%, mentre a livello regionale era stato del -1,3%, e quello nazionale del -1,2%.
    E’ quanto emerge dalla fotografia scattata da Unioncamere e InfoCamere sull’imprenditoria artigiana a partire dai dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio (i dati sono disponibili all’indirizzo www.infocamere.it).
    Guardando alla geografia dell’Italia artigiana, nel 2017 tutte le macro-aree del Paese hanno fatto registrare una diminuzione dello stock delle imprese, in una forchetta compresa tra le -2.500 imprese del Nord-Est e le oltre 3.500 del Mezzogiorno, ma tutte in miglioramento rispetto ai dodici mesi precedenti. Tra le regioni, il Trentino-Alto Adige è l’unica che presenta una modestissima crescita (+8 imprese, +0,03%). La graduatoria provinciale per tasso di crescita evidenzia una presenza ridotta di province caratterizzate da un segno positivo: Reggio Calabria (+0,85% pari a +83 imprese), Bolzano (+0,71% e +95 imprese), Milano (+0,65% per 455 imprese artigiane in più), Taranto (+0,17% e +13 imprese), Trieste (+0,11% e +5 unità) e Monza (+0,05% e +11 unità). 
    Per quanto riguarda la Tuscia nel 2017 il settore delle costruzioni rimane quello di gran lunga più consistente dell’intero artigianato provinciale (46% sul totale), ma continua ad evidenziare dati negativi, anche se con una severità inferiore rispetto al recente passato, segnando un -2,1%. In ordine di importanza anche il settore della manifattura in senso stretto, che rappresenta il 18,5% delle imprese artigiane, genera una lievissimo calo con un -0,6%, anche in questo caso dato negativo ma meno preoccupante rispetto all’analogo degli ultimi anni. Continua l’emorragia di imprese artigiane nell’ambito dei trasporti, settore peggiore tra quelli oggetto di analisi che genera ancora un dato preoccupante con un -2,9%. Dato positivo, invece, per il settore dei servizi alla persona, componente preponderante delle “altre attività di servizi”, che ha messo in evidenza una crescita sensibile delle attività artigiane, comparto in cui si è registrata una crescita del 2% rispetto al 2016.