di TONI MORETTI
CERVETERI – Ieri mattina alle nove, l’aula consiliare del Granarone era già piena a metà. Erano già arrivati i professori di neurochirurgia degli ospedali e delle università più accreditati nella regione che avrebbero partecipato all’incontro: “Riunione Neurochirurgie Laziali”, fortemente voluto dal Prof Massimiliano Visocchi, neurochirurgo di fama mondiale che vive e da lustro, alla nostra città. (Agg. 15/04 ore 11.30) segue
IL SOGNO DI VISOCCHI. Da anni, Massimiliano Visocchi, uomo caratterizzato da una grande umiltà, alla mano e amico di tutti, si adopera per divulgare al massimo e rendere fruibile anche alla gente comune, il sapere della sua professione che esercita con tanta competenza e tanta passione tanto da essere una eccellenza nel mondo e cova un suo desiderio, non tanto nascosto, di realizzare a Cerveteri, luogo ameno, baciato dagli Dei Etruschi nel clima e nella bellezza delle sue terre che producono anche loro eccellenze mondiali, un centro operativo e di ricerca di neurochirurgia che concepito così come lo ha in testa, diventerebbe non solo una struttura di grande utilità per il territorio ma anche per la nazione intera ed un polo di attrazione scientifico a livello mondiale. Lo ha detto anche il sindaco Pascucci mentre portava il saluto agli ospiti e che ha consegnato una targa al luminare indiano Prof Atul Goel, che non ha potuto raggiungere Cerveteri per una questione di visto, che spesso, per realizzare certi sogni si incontrano difficoltà ed ostacoli che sembrano insormontabili. (Agg. 15/04 ore 12.30)
LA DIVULGAZIONE. Massimiliano Visocchi però, non demorde e con una calma che sa di rituale, dovuta senza dubbio ad un allenamento costante che lo aiuta nella sua attività, continua con la sua attività di divulgazione, tenendo alta l’attenzione e facendo crescere l’interesse. E che l’interesse cresce quando vedi che un sabato mattina, verso le undici, con una bella giornata di sole, con una sagra paesana tradizionale e di grande attrazione come quella del carciofo a Ladispoli, paese a meno di cinque chilometri dalla città, la sala del Granarone era piena. Non stracolma ma piena, di giovani e di gente comune, ad ascoltare luminari che illustravano e descrivevano loro esperienze di interventi veri, realmente effettuati, quasi sempre complessi di neurochirurgia, scambiandosi tra di loro le esperienze, gli errori, i dubbi che hanno avuto prima di prendere le decisioni sul come intervenire che potevano essere azzeccate e di successo o fatali per il paziente, che era un essere umano e non un manichino.
La cosa più esilarante è stata percepire il coraggio nell’affrontare cose a volte impreviste basandosi sulle conoscenze acquisite da anni di studio e di esperienza, per migliorare le condizioni di vita di un essere umano portandolo ad una guarigione a volte difficile. La capacità, da parte di persone in età matura ma anche molto giovani, dei quali è stata sottolineata con soddisfazione la presenza in questa edizione, proprio da uno degli illustri moderatori nel suo commento finale alla fine dell’incontro, il professor Alessandro Olivi, ordinario di neurochirurgia alla Cattolica nonché primario della stessa specialità presso il policlinico Agostino Gemelli a Roma. (agg. 15/04 ore 13.30)