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    Speciale medicina
    20 Giugno 2018
    Leucemia linfatica, guarigione più vicina

    Svolta in vista contro la leucemia linfatica cronica (Llc), la più frequente nel mondo occidentale con circa 3 mila nuove diagnosi l’anno solo in Italia, perlopiù fra gli anziani. Per la prima volta nella storia della malattia – grazie a una terapia intelligente e ‘chemio-free’ capace di uccidere fino all’ultima cellula del tumore – si prospetta la possibilità di interrompere il trattamento dopo 2 anni, per riprenderlo solo se necessario con ottime probabilità che possa ancora funzionare. Dal congresso della Società europea di ematologia Eha, a Stoccolma, gli esperti parlano di «risultati strepitosi», di «un passo avanti verso la guarigione». Uno scenario rivoluzionario per i pazienti, ma anche per i servizi sanitari nazionali. Il farmaco della speranza si chiama venetoclax e funziona «sbloccando una situazione molto frequente nella leucemia linfatica cronica, ossia l’inibizione della capacità di una cellula malata di imboccare la via della morte programmata o apoptosi», spiega all’AdnKronos Salute Marco Montillo, della Struttura complessa di ematologia del Niguarda Cancer Center, ospedale Niguarda di Milano. Venetoclax, ‘capofamiglia’ di una nuova classe di molecole e in formato compressa, prende di mira l’espressione anomala di una proteina che si chiama Bcl-2 e così  libera la cellula cancerosa da ciò che le impedisce di suicidarsi. I «dati sorprendenti» arrivano dallo studio Murano, un trial di fase clinica III. Venetoclax è stato utilizzato insieme all’immunoterapico rituximab, e il confronto con il cocktail standard «mette una pietra tombale sulla chemio-immunoterapia – afferma Montillo, coordinatore dello studio per l’Italia – almeno dalla seconda linea di trattamento in poi». In 7 mesi e 10 giorni «il mio cancro è scomparso», racconta Deborah Sims, giornalista australiana mamma di 3 bambini, che ripercorre commossa la sua storia a Stoccolma, in occasione di un incontro promosso da AbbVie. Un anno e mezzo fa le immagini dei suoi linfonodi ‘ripuliti’ dalla malattia sono rimbalzati sulla stampa internazionale e ora la donna torna ai giorni in cui faceva la spola fra Melbourne e Londra dove era stata inserita nel trial clinico sul venetoclax.