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    Speciale medicina
    18 Luglio 2018
    ''Omeopatia, chi critica non conosce''

    Cure naturali, medicine complementari, omeopatia, fitoterapia, agopuntura. Dietro ognuna di queste definizioni ci sono pratiche con tanta storia e ricerca alle spalle, ma gli italiani in materia sono confusi, troppo spesso perchè hanno come unica fonte d’informazione il web – i social in particolare – dove tra fake news e bufale, è difficile orientarsi. «Spesso chi critica non conosce e critica senza aver visto i risultati, perché se davanti a quel risultato ci sei e lo vedi ogni giorno, come nel mio caso, ti viene voglia di approfondire e comprendi il valore aggiunto del fare medicina in modo integrato», afferma Stefania Piloni, ginecologa e docente di Medicina Complementare all’Università degli Studi di Milano, che da oltre 25 anni alla sua specializzazione in ginecologia ha aggiunto l’omeopatia e la fitoterapia. Spesso infatti la disinformazione dipinge e trasforma chi pratica medicina complementare in stregoni o ciarlatani, dimenticando o ignorando che alcune discipline, come l’omeopatia, sono riconosciute ufficialmente dall’Ordine dei Medici e di esclusiva competenza di un laureato in medicina e odontoiatria che ha seguito un ulteriore percorso formativo ad hoc. «Non si tratta nè di mode nè di fai da te – ammonisce Simonetta Bernardini, presidente della Società Italiana Omeopatia e Medicina Integrata – ma di un atto medico che va sempre ricondotto all’azione di un medico che, in queto caso se ha anche altre competenze può allargare la sua ‘cassetta dei medicinali’ con altre tecniche terapeutiche». «E’ bene ricordare – prosegue Bernardini – che la diagnosi è quella della medicina ‘classica’, ed è prima di tutto questa che serve a stabilire se una patologia deve essere curata con la medicina ‘ortodossa’ o con l’omeopatia, l’agopuntura, la chiropratica o altro, tutte tecniche terapeutiche che possono essere aggiunte alla medicina tradizionale o anche sostituirla ma in casi selezionati», precisa.