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    Speciale medicina
    17 Ottobre 2018
    Malattie infettive, 10 mln di morti l’anno

    Sono ancora oggi 10 milioni le vite perse ogni anno nel mondo a causa delle malattie infettive, soprattutto nei Paesi a medio e basso reddito. Il progresso indotto dalla globalizzazione, a fronte del miglioramento delle condizioni di vita di milioni di persone in diverse regioni del mondo, non ha dunque finora garantito una distribuzione equa dei suoi benefici. Le diseguaglianze nell’accesso agli strumenti di tutela della salute rappresentano una barriera alla sostenibilità della salute globale. In questo contesto, la cooperazione internazionale è cruciale per contribuire a promuovere lo sviluppo umano, contrastare la povertà, favorire la resilienza delle popolazioni a maggior bisogno, e mitigare gli squilibri esistenti tra i Paesi e all’interno degli stessi. Se ne è parlato alla conferenza internazionale ‘Global Health: l’Italia driver di best practice’, nella sede della Biblioteca del Senato. «Il 92% di questi 10 milioni di morti – ha sottolineato Allan Saul, direttore Gsk Vaccines Institute for Global Health – avviene nelle aree più povere del Pianeta e, di queste, il 47% è provocato da malattie per le quali non sono ci sono vaccini registrati. Negli ultimi 10 anni Gsk ha costruito un Istituto dedicato, si è concentrata sullo studio delle componenti necessarie a combattere 8 diversi batteri e ha già 2 vaccini giunti sul mercato. Ora stiamo cercando di mettere in campo tecnologie molto innovative. Il problema è il prossimo passo: capire come rendere sostenibili gli investimenti per ottenere un vaccino, sempre collaborando con partner pubblici». Obiettivo: attraversare la ‘valle della morte’ dei vaccini, ossia quel vuoto che si crea fra la dimostrazione dell’efficacia e l’arrivo ai pazienti, costellato da costi altissimi e difficoltà di produzione e fornitura. «Fra il 2000 e il 2016 – ha aggiunto David Salisbury, Associate Fellow Global Health Security, Chatham House The Royal Institute of International Affairs – circa 9 milioni di morti sono state evitate grazie alla vaccinazione. Ma questo non sarebbe mai stato possibile senza una collaborazione fra pubblico e privato. Ora bisogna pensare che i vaccini sono efficaci anche contro una delle emergenze più gravi del nostro tempo, la resistenza agli antibiotici, e agire sul fronte della sotto-vaccinazione, che riguarda ancora 20 milioni di bambini nel mondo, e dell’esitazione vaccinale, che risulta assente solo in 7 Paesi».