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    Speciale medicina
    24 Ottobre 2018
    Studio, con biosimilare ‘‘jolly’’ risparmio fino a 170 mln

    Il suo ‘originator’ è la terapia biologica più prescritta al mondo, responsabile di circa la metà della spesa sanitaria europea per i farmaci anti-Tnf, e in Italia di una «spesa annua prossima ai 300 milioni di euro». Per gli esperti l’annuncio dell’arrivo nella Penisola del biosimilare di adalimumab sviluppato da Samsung Bioepis, joint venture tra Samsung BioLogics e Biogen, apre anche una riflessione sull’impatto economico che potrebbe generare. Uno studio condotto dall’università di Tor Vergata, i cui dati sono stati diffusi in un incontro a Milano, prospetta che l’arrivo del biosimilare di questa molecola ‘jolly’ per una lunga lista di malattie infiammatorie croniche di 3 aree – reumatologia, gastroenterologia e dermatologia – «potrebbe portare a risparmi complessivi per il Servizio sanitario nazionale stimati tra i 140 e i 170 milioni di euro nel periodo 2018-2020, che si sommano agli oltre 148 mln di risparmi stimati per il periodo 2016-2020, ottenibili dall’introduzione delle altre due terapie anti Tnf-alfa» già disponibili nel Paese. Si è portati a pensare, fa notare Francesco Saverio Mennini, Economic Evaluation and Hta del Ceis (Centre for Economic and International Studies), Facoltà di Economia di Roma Tor Vergata, «che l’introduzione dei biosimilari possa avere solo un effetto in termini di riduzione del prezzo. E’ utile precisare che il vantaggio atteso si riflette principalmente in un’aumentata concorrenza del mercato accompagnata da risparmi utili a finanziare (in parte) l’ingresso di nuovi farmaci a valore aggiunto per il Ssn, rappresentando allo stesso tempo anche uno stimolo per le aziende in termini di spinta all’innovazione». A esplorare i risvolti pratici dell’introduzione dei biosimilari, così come il tema dell’informazione al paziente, è anche un’indagine in corso da parte della Fondazione The Bridge. «Emerge che i pazienti hanno avuto delle informazioni scorrette – riferisce la presidente Rosaria Iardino – L’informazione diretta a chi poi dovrà utilizzare il biosimilare è uno di quei goal che ancora non siamo riusciti a raggiungere».