In un evento avverso su 5 che coinvolge un malato in ospedale, l’’imputato’ è il farmaco. Il 19,4% dei contrattempi che possono verificarsi in corsia a danno dei pazienti è infatti associato a un «uso non adeguato» dei medicinali. Il dato è dell’Harward Medical Practice Study ed è stato sottolineato oggi al Pirellone di Milano, in occasione del convegno ‘L’automazione del percorso farmaco’, promosso dalla rivista di economia e politica sanitaria ‘Italian Health Policy Brief’ (Ihpb, Altis) con il patrocinio, fra gli altri, della Regione Lombardia. La gestione della terapia farmacologica è un’attività complessa – riconoscono gli esperti – che coinvolge medici, infermieri e farmacisti in una serie di passaggi in cui si possono verificare errori diversi raggruppabili in 5 categorie: prescrizione, trascrizione/interpretazione, preparazione, distribuzione, somministrazione. Perché oltre ai possibili effetti collaterali, possono entrare in gioco ad esempio fattori come la grafia poco chiara di un dottore, il ricorso ad abbreviazioni o acronimi ambigui, scarse informazioni su dosi, modi e tempi di somministrazione. Oppure sbagli nell’allestimento, nella dispensazione o nell’attuazione del trattamento in sé. Come cautelarsi? Se l’automazione dei sistemi è la via imboccata per il futuro, quando non è ancora stata intrapresa la raccomandazione rivolta in particolare agli infermieri è quella di adottare la ‘regola delle 5G’. Corrisponde a 5 verifiche: giusto paziente, giusta dose, giusto medicinale, giusto momento, giusta via di somministrazione. Controlli che le nuove tecnologie promettono di fare alleviando il carico di lavoro del camice bianco. Ma se mancano le garanzie offerte dai supporti informatizzati, gli esperti invitano a prestare particolare attenzione alla conservazione dei farmaci, anche di quelli sul carrello della terapia; disporre separatamente, sia in farmacia sia in reparto sia negli ambulatori, i farmaci con nomi e/o confezionamento simili, oppure evidenziarne la somiglianza; preparare il carrello della terapia prima del giro di somministrazione per evitare di dover recuperare i farmaci mancanti e di lasciare incustodito il carrello. Ma anche, fra l’altro, evitare le richieste verbali o telefoniche dei farmaci.
Speciale medicina
5 Dicembre 2018
Eventi avversi, la colpa è dei farmaci