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    Speciale medicina
    5 Dicembre 2018
    Meningite: coro social, esperti e influencer a Milano

    Un coro di voci ‘social’ per accendere i riflettori su una malattia che colpisce i bambini: la meningite. La testimonianza di Amelia, che ha perso la sua piccola di 18 mesi a causa del batterio. Al suo fianco mamme e papà della Tv, da Caterina Balivo a Simona Ventura, da Samantha de Grenet a Stefano De Martino e Matteo Viviani; e gli specialisti Susanna Esposito, ordinario di Pediatria e infettivologa dell’università degli Studi di Perugia e Michele Conversano, medico igienista direttore del Servizio di igiene pubblica dell’Asl di Taranto. Insieme per lanciare un messaggio sull’importanza della prevenzione attraverso il vaccino. L’appello, che viaggerà sulla Rete, parte fisicamente da Milano, dove, venerdì 30 novembre, nello Spazio Gessi si è svolta la serata di sensibilizzazione ‘Gli altri siamo noi’, patrocinata dal ministero della Salute. Durante l’evento, condotto da Balivo, sarà presentato il cortometraggio ‘Gli altri’, realizzato dal Comitato nazionale contro la meningite, in collaborazione con Gsk e con il patrocinio di Società italiana di pediatria (Sip), Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Società italiana di igiene (Siti) e Società italiana di medicina di emergenza ed urgenza pediatrica (Simeup). Protagonista del corto Amelia Vitiello, presidente del Comitato, che nella sua vita ha dovuto fare i conti con un ‘nemico invisibile’ che periodicamente balza agli onori della cronaca, ma troppo spesso viene sottovalutato, sottolineano gli esperti.  «Ci sono troppi vuoti informativi nel settore della salute e in particolare in quello delle vaccinazioni – riflette Vitiello – Sempre più spesso si cercano informazioni sul web senza distinguere le fonti. Per questo motivo è importante informarsi dagli esperti, in eventi come questo che con dirette streaming e attività social possono raggiungere tutte le persone interessate al problema. Nel caso della meningite, ad esempio, è fondamentale agire correttamente e tempestivamente. Se si arriva tardi, il pericolo di un evento infausto è molto probabile. E anche laddove l’intervento sia tempestivo, le conseguenze sono comunque gravi e pericolose. A volte – purtroppo l’ho imparato sulla mia pelle – agire in fretta non è sufficiente. Ed ecco allora che l’unico modo per scongiurare ogni pericolo, ed evitare il rischio di contrarre la patologia, è vaccinarsi. Purtroppo io non ho potuto farlo, perché quando ho perso mia figlia ancora non esisteva il vaccino».