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    Speciale medicina
    4 Febbraio 2019
    Operato al cuore paziente con progeria

    Eseguito con successo al San Camillo di Roma il 28 gennaio scorso su Sammy Basso – uno dei cinque pazienti italiani affetti da progeria – il trattamento di una stenosi calcifica severa della valvola aortica per via trans-catetere. Si tratta, fanno sapere dall’ospedale, del primo intervento al mondo di un paziente affetto da questa rara malattia, conosciuta anche come sindrome da invecchiamento precoce. La procedura è stata eseguita dall’equipe cardiochirurgica guidata da Francesco Musumeci e coadiuvata da Roberto Violini, cardiologo interventista, e da Elio D’Avino, cardio-anestesista. L’intervento, hanno spiegato oggi i medici, «si è svolto senza alcuna complicanza e con un risultato finale eccellente». Sammy Basso, 23 anni, è affetto da una patologia che conta circa 100 casi conosciuti in tutto il mondo, e da anni è seguito per la sua malattia in America, presso il Boston Children’s Hospital. Basso, che è tra i pazienti più longevi con questa malattia, ha sviluppato una stenosi calcifica severa della valvola aortica, patologia caratteristica del paziente anziano. Il restringimento della valvola è una patologia che progredisce rapidamente, fanno sapere i sanitari, per cui in un arco di tempo relativamente breve avrebbe potuto causare la morte del paziente. L’unica terapia consiste nella sostituzione della valvola calcificata con una protesi valvolare fatta con tessuto biologico. «Per la prima volta al mondo ci si è trovati ad affrontare questa patologia in un paziente con progeria», hanno detto i medici, illustrando l’intervento al San Camillo. La difficoltà era quella di decidere se un trattamento era possibile e quale sarebbe stata, tra le diverse opzioni, quella più appropriata: chirurgia convenzionale a cuore aperto o trattamento trans-catetere? E in quest’ultimo caso, attraverso quale via introdurre il catetere: l’arteria femorale o la punta del ventricolo sinistro? Dato l’alto grado di complessità anatomica «e quindi l’elevato rischio chirurgico», delle perplessità sull’esecuzione dell’intervento erano state espresse dal centro americano dove Sammy è in cura. A questo punto la decisione di rivolgersi al professor Musumeci per una ulteriore opinione. Dopo un’attenta analisi del caso, il team del San Camillo ha ritenuto l’intervento fattibile per via trans-catetere. L’intervento è riuscito, e Sammy ora sta bene.