VITERBO – Un sudamericano di 22 anni è stato fermato per l’omicidio di Norveo Fedeli, il commerciante di 74 anni, assassinato all’interno del suo negozio di via San Luca nel centro di Viterbo nel corso di una rapina. Il fermo è scattato nel corso di un’operazione congiunta eseguita da Polizia e carabinieri.
Il sudamericano è stato bloccato in strada dai Carabinieri di Capodimonte. I riscontri sono in corso, la sua posizione è ora al vaglio degli investigatori. Ad inchiodare l’uomo le immagini delle telecamere di videosorveglianza e l’impronta lasciata sul sangue. Sul caso di omicidio il procuratore capo ha convocato per oggi alle 17 presso la Procura di Viterbo una conferenza stampa.
Norveo Fedeli, 74enne titolare della jeanseria in via San Luca al civico 43 a Viterbo, è stato trovato senza vita venerdì pomeriggio dalla parrucchiera accanto che, intorno alle 13,30, vedendo la saracinesca ancora semiaperta, è entrata per accertarsi che fosse tutto a posto. Le urla della donna hanno richiamato l’attenzione della moglie della vittima, nella sua abitazione situata a pochi metri.
Sul caso è intervenuto il Ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Fermato il presunto assassino del commerciante di Viterbo – ha detto Salvini – : si tratta di uno straniero residente in un paesino della zona. Grazie a inquirenti e forze dell’ordine. Chi delinque, ha le ore contate. E’ la migliore risposta a chi cerca polemiche: io faccio parlare i fatti”. (Segue)
Ore 18 – “Un soggetto in stato di fermo per pericolo di fuga’’. Queste le parole utilizzate dal procuratore capo di Viterbo Paolo Auriemma durante la conferenza stampa indetta per illustrare alcuni elementi sul fermo del giovane di nazionalità statunitense accusato di essere l’autore dell’omicidio del commerciante di Viterbo. “Sostanzialmente e’ una rapina che è degenerata e che ha portato a questo reato di omicidio”, ha spiegato Auriemma.
Il capo della Procura di Viterbo ha spiegato che il fermo, che il gip dovrà convalidare entro 48 ore, è giustificato dai “gravi indizi di colpevolezza”. L’americano era entrato regolarmente in Italia a fine febbraio “attraverso il sistema Schengen” ed era già stato altre volte nel negozio della vittima prima dell’omicidio.
Le ricerche sono iniziate subito, sentendo i parenti della vittima, utilizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza e verificando gli scontrini dell’attività commerciale. Dai video è stato appurato che il sospettato si era presentato tre volte nel negozio: il 30 aprile, il 2 maggio e poi il giorno dell’omicidio. In queste occasioni ha cercato di fare delle transazioni commerciali di valore ingente via bancomat ma non c’è riuscito. Gli inquirenti hanno poi notato dai filmati che il giorno del delitto è uscito dal negozio indossando abiti diversi da quelli con cui era entrato. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Michael Aaron Pang, questo il suo nome, grafico pubblicitario, cittadino statunitense di 22 anni, nato in sud Corea e residente in Kansas, dopo aver commesso il delitto è arrivato a Capodimonte scendendo dall’autobus proveniente da Viterbo con un cappellino con visiera al contrario, occhiali da sole, jeans e t-shirt. Ad inchiodarlo oltre alle telecamere anche alcune testimonianze. Il 22enne sarebbe uscito dal negozio con abiti diversi da quelli con i quali era entrato nella jaenseria di Fedeli. La maglietta sporca di sangue è stata ritrovata a terra dalla Scientifica, mentre lui sarebbe uscito con indosso un capo rubato tra gli scaffali del negozio stesso.
Fondamentale la sinergia tra le forze dell’ordine, con la Squadra Mobile che ha estrapolato l’immagine dalle telecamere della zona, subito diffuse dalla Questura. Un carabiniere di Capodimonte lo ha poi riconosciuto: lo aveva fermato a marzo per un controllo di routine. A quel punto con un calcolo delle corse degli autobus da Viterbo gli inquirenti hanno ipotizzato un orario di rientro verso la sua residenza a Capodimonte. Incrociando le immagini delle telecamere è così riapparso il volto del ragazzo e il suo cappellino. Nella perquisizione domiciliare sono stati ritrovati gli oggetti rubati nel negozio del commerciante: il suo portafogli con 80 euro. Ritrovati anche un computer, dove forse l’omicida pensava di poter cancellare le tracce della telecamera interna, e una scarpa sporca di sangue e una carta di credito, oggetto di indagine. «Ciascuno ha fatto la propria parte. Ciascuno ha messo un mattoncino. Non è sempre così e a questi uomini ne va riconosciuto il merito», ha detto il procuratore di Viterbo.
Durante le due precedenti visite del sudamericano nel negozio di Fedeli secondo gli inquirenti il 22enne avrebbe tentato di comprare capi per 600 euro, ma la carta di credito si era bloccata e non aveva coperto il pagamento. Pang, però, aveva preteso che quei capi fossero tenuti da parte. Cosa sia accaduto invece la terza volta, nel giorno del delitto, sarà oggetto dell’interrogatorio di fronte a gip.
La moglie di Norveo, Maria Chiara, quel giorno era a Tarquinia per la fiera. Ai familiari Norveo avrebbe parlato di quel ragazzo dai tratti asiatici dal quale temeva un tentativo di truffa.
Intanto in queste ore si sono susseguiti inerventi politici a cascata. Il senatore di Forza Italia Francesco Battistoni: “Un plauso ai Carabinieri di Capodimonte che, dopo meno di 24 ore, hanno arrestato il presunto omicida di Norveo Fedeli, il 74enne ucciso ieri nel suo negozio a via San Luca a Viterbo. Confido nel fatto che i tempi della giustizia saranno altrettanto celeri e si possa arrivare a condanna definitiva quanto prima, per far si che la verità su questo orribile avvenimento sia svelata e sia fatta giustizia”.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida:“Un grazie ai Carabinieri per il prezioso lavoro svolto e piena vicinanza ai familiari e agli amici di Norveo Fedeli. Chi ha commesso questo crimine orribile, distruggendo una famiglia e sconvolgendo una città tranquilla e operosa come Viterbo, venga punito in modo esemplare”.