VITERBO – Nel pomeriggio del 25 ottobre su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo che ha coordinato l’attività d’indagine, il personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile della Questura di Viterbo ha eseguito l’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari a carico di un cittadino pakistano del 1990, residente a Viterbo ed indagato per i reati ex art. 609 bis e ter C.P. (“violenza sessuale aggravata in danno di minore di anni 14”).
Il giovane era stato già sottoposto a provvedimento restrittivo il 1° giugno 2019, per atti di aggressione sessuale compiuti in più episodi, con medesimo modus operandi, su minori infraquattordicenni di sesso femminile, intercettate nelle strade del centro storico viterbese ed approcciate in prossimità del rientro a case delle stesse.
All’atto dell’incidente probatorio celebrato nel mese di luglio 2019, l’indagato ha visto la misura cautelare disposta a suo carico commutata in obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Medio tempore, la Polizia di Stato di Viterbo ha raccolto tre ulteriori denunce per la medesima tipologia di delitti, le cui parti offese hanno fornito indicazioni significative per la riconducibilità delle predette azioni criminose al cittadino pakistano già indagato, culminate nel riconoscimento fotografico operato mediante audizione protetta.
La Procura della Repubblica del Capoluogo della Tuscia ha quindi raccolto i nuovi elementi di prova forniti dalla Squadra Mobile, riunendo i fascicoli d’indagine e chiedendo un nuovo incidente probatorio, all’esito del quale le vittime hanno confermato le dichiarazioni rese in sede di audizione protetta, procedendo altresì al riconoscimento visivo diretto della persona sottoposta alle indagini.
In ragione del fatto che i nuovi episodi delittuosi sono stati commessi successivamente alla scarcerazione dell’indagato, quando quest’ultimo era comunque sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, è stata ravvisata la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza unitamente alle esigenze cautelari derivanti dal pericolo di reiterazione del reato; di conseguenza, su richiesta della Procura della Repubblica Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il ripristino della Custodia in Carcere, eseguita dagli uomini della Polizia di Stato di Viterbo.