Ogni anno 7 mila oculisti italiani salvano la vista a 1,3 milioni di persone. Lo hanno ricordato gli specialisti al 99esimo Congresso nazionale della Società oftalmologica italiana (Soi), a Roma. “C’è la falsa convinzione, in una parte rilevante della popolazione, che la cecità o le persone che vedono in modo penalizzante e inadeguato siano ormai una triste realtà degli anni passati. Purtroppo non è così: si prevede che entro il 2050 le persone cieche aumenteranno di 3 volte con un impatto e una responsabilità sociale enorme”, afferma Matteo Piovella, presidente della Soi. L’esperto lancia un allarme su fatto che “la maggior parte delle persone si fanno controllare periodicamente dall’ottico che, non essendo professione sanitaria, è totalmente impreparato e non dovrebbe mai parlare di salute o di cure degli occhi”. “Negli ultimi anni – ricorda Piovella – il progresso tecnologico ha portato una trasformazione nella pratica clinica e chirurgica dell’oculistica che non ha eguali in altre specialità: un caso esemplare, che non mi stancherò mai di ripetere, è quello della chirurgia della cataratta. Quando ho iniziato la professione di chirurgo, i risultati erano scarsi o addirittura quasi nulli in termini di efficacia, e la sicurezza era ancora molto lontana: ora siamo nella condizione di operare 650 mila pazienti con un margine di sicurezza adeguato e gratificante. E adottando i più avanzati miglioramenti è possibile corregge i difetti di vista, restituendo – caso unico tra tutti gli interventi chirurgici oggi disponibili – una capacità visiva di alta qualità che la maggior parte dei pazienti non aveva mai sperimentato prima”. “Con molto rispetto possiamo affermare che oggi siamo capaci di migliorare e di molto la vista che ci ha regalato il buon Dio. Nonostante questo – avverte il presidente Soi – la chirurgia della cataratta sta vivendo un paradosso tutto italiano: il risultato oggi ottenibile è indiscutibile ed è apprezzato da tutti, ma purtroppo può usufruirne un limitatissimo numero di pazienti. Per motivi organizzativi e di carenze di budget, il sistema sanitario italiano
prevede un rimborso non sufficiente a sostenere il continuo aggiornamento organizzativo e medico chirurgico che si è fermato in oculistica ai primi anni Duemila. Le nuove lenti intraoculari, capaci dei miglioramenti straordinari della vista prima descritti, sono utilizzabili solo in alcune realtà del settore privato, in regime di solvenza”.
Speciale medicina
27 Novembre 2019
Gli angeli della vista