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    Speciale medicina
    6 Maggio 2020
    Partita la Fase 2, gli psicologi mettono in guardia
    “Sindrome da guardiano del faro in agguato”

    Parte la fase 2, la vita gradualmente si rimette in moto, ma fuori da casa non c’è più ciò che avevamo lasciato due mesi fa ma una realtà diversa e per tutti nuova. E su molti italiani è in agguato la “‘sindrome del guardiano del faro’, quel personaggio un po’ romanzato, che vive per mesi isolato dal mondo, non più abituato a relazioni sociali e capace di controllare tutto dal suo punto di osservazione”. Ecco, “ora siamo diventati tutti guardiani del faro che – spiega all’Adnkronos Salute David Lazzari, presidente nazionale dell’Ordine degli psicologi – una volta usciti dall’isolamento sono combattuti tra il desiderio di libertà e di ritrovare i propri contatti e la paura del ‘fuori’, un ‘fuori’ diverso perché minacciato da un virus”. “Molte persone – osserva Lazzari – hanno vissuto la permanenza in casa come una reclusione anziché come una protezione. Ci siamo abituati a stare in casa perché l’uomo si adatta a tutto, isolamento compreso, e adesso riuscire fa paura, ci crea ansia e angoscia rispetto al messaggio che ci viene dato, cioè che fuori c’è un virus. E quello che prima era il quotidiano oggi ci appare estraneo e minaccioso, dunque ci sentiamo più fragili e diffidenti verso gli altri che rappresentano comunque una potenziale minaccia di contagio”. Da qui la ‘sindrome del guardiano del faro’. Come superarla? “Quello che può proteggerci – afferma – è trovare dentro di noi un senso di equilibrio. Dobbiamo sviluppare una capacità di controllo nelle diverse situazioni in maniera nuova, in quanto ci viene chiesto di comportarci e relazionarci con un atteggiamento diverso dal passato. Perché non si è chiusa una parentesi e si torna al ‘tutto come prima’, se così fosse sarebbe tutto più facile. Questa situazione diversa ci fa paura e ci chiede di riorganizzarci mentalmente”. Dunque “da quella sensazione di tempo ‘sospeso’, sperando sia stato tempo ‘ritrovato’ – conclude Lazzari – dobbiamo passare a sentire un tempo ‘diverso’, che dobbiamo imparare a vivere riorganizzandoci psicologicamente, creando nuove abitudini e nuovi comportamenti. La sfida ora è questa”.

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