Non ci sono solo le vittime dirette della pandemia. In piena emergenza Covid-19 è triplicata la mortalità per infarto. Un aumento legato nella maggior parte dei casi al mancato trattamento o a un trattamento tardivo. L’allarme arriva dai cardiologi della Società italiana di cardiologia (Sic) e si basa sui numeri contenuti in uno studio – il primo italiano – condotto in 54 ospedali valutando i pazienti acuti ricoverati nelle Unità di terapia intensiva coronarica (Utic), tra il 12 e il 19 marzo – quando l’Italia era alle prese con lo tsunami di malati provocato dal nuovo coronavirus – e confrontando la mortalità con quella dello stesso periodo dello scorso anno. Lo studio Sic, in corso di pubblicazione sull’’European Heart Journal’, “durante il periodo Covid ha registrato una mortalità tre volte maggiore rispetto allo stesso periodo del 2019, passando al 13.7% dal 4.1 % – afferma Carmen Spaccarotella, co-autrice del lavoro – Un aumento dovuto nella maggior parte dei casi a un infarto non trattato o trattato tardivamente. Questo ritardo è spesso fatale perché nel trattamento dell’infarto il tempo è un fattore cruciale. L’età media di questi pazienti è stata di 65 anni”. All’aumento della mortalità, continua il coautore Salvatore De Rosa, “è associata una sorprendente riduzione dei ricoveri per infarto superiore al 60%. Il calo più evidente ha riguardato gli infarti con occlusione parziale della coronaria ma è stato osservato anche in ben il 26,5% dei pazienti con una forma più grave d’infarto. La riduzione dei ricoveri per infarto è stata maggiore nelle donne rispetto agli uomini e non solo i pazienti con infarto si sono ricoverati meno ma quelli che lo hanno fatto si sono ricoverati più tardi”. Nonostante la pandemia Covid 19 si sia concentrata nel Nord Italia, la riduzione dei ricoveri per infarto è stata registrata in modo omogeneo in tutto il Paese: Nord e Sud 52,1% e 59,3% al Centro.
Speciale medicina
14 Maggio 2020
La causa? I mancati ricoveri per la paura del contagio
Infarto, triplicata la mortalità