“È il secondo tumore della pelle non-melanoma per incidenza, il primo per mortalità”. Il carcinoma cutaneo a cellule squamose (Cscc, o spinocellulare) non finisce spesso sotto i riflettori, “ma rappresenta il 20% dei tumori cutanei non-melanoma” e l’impatto sulla qualità di vita “è molto forte” nei casi in fase avanzata, “il 5% circa” di quelli che vengono diagnosticati in un anno e che sono in tutto 11mila secondo le stime in Italia. Per queste persone convivere con un Cscc significa fare i conti con una malattia aggressiva, deturpante, dolorosa, mortale. E’ il quadro tracciato da Ketty Peris, direttore dell’Unità operativa complessa di Dermatologia, università Cattolica del Sacro Cuore e Policlinico Gemelli di Roma. Se nelle forme precoci il bisturi o la radioterapia consentono di gestire il problema, per quelle avanzate e aggressive “non è possibile e fino a pochi giorni fa non c’era alcuna terapia sistemica approvata, non un protocollo standardizzato”, con il risultato di avere “percentuali di risposta molto basse a farmaci con importanti effetti collaterali”, dice l’esperta che è anche a capo della società scientifica Sidemast. Sopravvivenza mediana di questi pazienti? “Tra 8 e 15 mesi, con una media di 10-11 mesi”, inferiore quindi all’anno. Ora, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della determina che ne ammette la rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale, è disponibile in Italia cemiplimab, il primo anticorpo monoclonale anti-PD-1 specifico per il trattamento del carcinoma cutaneo a cellule squamose avanzato. Sviluppato congiuntamente da Sanofi e Regeneron, questo farmaco immunoterapico si lega al recettore del checkpoint immunitario PD-1 (proteina 1 di morte cellulare programmata) bloccandone la via di segnalazione. In questo modo, consente di ripristinare il corretto funzionamento del sistema immunitario, aiutandolo a riconoscere e distruggere il tumore e bloccarne la proliferazione. “E’ un’ottima notizia per i pazienti e per noi medici la disponibilità anche in Italia di questa nuova terapia che si è dimostrata molto efficace nelle forme avanzate”, sottolinea Paola Queirolo, direttore Oncologia medica del melanoma, sarcoma e tumori rari allo Ieo.
Speciale medicina
11 Giugno 2020
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