logo
    Cronaca
    12 Luglio 2020
    Le affollate e piacevoli serate “trasteverine” accese dal braccio di ferro tra Civitavecchia c’è e il locale di fronte
    Al Ghetto scoppia la guerra delle sedie

    Al Ghetto è scoppiata l’estate, con tanta voglia di serate spensierate per uscire dall’emergenza. E contemporaneamente, in uno scorcio di meno di venti metri su via Cadorna, divampa una polemica rovente, che rende ancora più bollenti le giornate già calde di questo avvio di luglio.

    E’ una guerra di vicinato che sotto sotto covava da mesi, ma che ora, complici le disposizioni “post-Covid”, che consentono ai locali di raddoppiare ove possibile le superfici esterne, è esplosa con tanto di convocazioni al comando della Polizia locale.

    In sintesi, da mesi il fondatore e storico presidente di Civitavecchia C’è Roberto Melchiorri, insieme a diversi altri associati, solleva dubbi sulla regolarità degli spazi esterni dell’esercizio antistante la sede dell’associazione: una installazione pregevole e raffinata di un locale curato nei minimi particolari, su cui il proprietario ha investito molto, ma che secondo i dirimpettai non avrebbe rispettato alcuni aspetti procedurali (tant’è che in passato sono stati apportati alcuni correttivi alla struttura), oltre al fatto di rendere difficoltoso se non impossibile il passaggio di eventuali mezzi di soccorso.

    Soprattutto quando, in genere dalle 18 alle 20, l’altra metà della stradina è occupata dalle sedie dei “veterani dello sport” che da sempre, da aprile in poi si riuniscono all’aperto, sull’uscio dell’associazione che di per sé è un vero e proprio museo dello sport locale.

    Stavolta però qualcuno è passato al contrattacco e per lo stesso Melchiorri nei giorni scorsi è arrivata addirittura la convocazione del comandante della Polizia Locale Ivano Berti, che gli avrebbe detto a chiare note che le sedie lì non possono stare. Melchiorri a sua volta avrebbe risposto di essere pronto a non sedersi più all’esterno solo dopo una serie di verifiche per gli altri esercenti delle stradine. Che intanto, tra una schermaglia e l’altra, si riempono di gente, offrendo uno scorcio “trasteverino” nel cuore di Civitavecchia.

    E tra una frittura di pesce e un bicchiere di vino fresco le polemiche, per una sera, tramontano insieme al sole.

    Domani è un altro giorno.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA