CIVITAVECCHIA – “La riconversione a metano della Centrale a carbone di Torre Valdaliga nord, offrirebbe la possibilità alla nostra città di diventare un polo innovativo per la produzione di energia verde e rappresenterebbe un netto decremento delle emissioni inquinanti: da quelle gassose a quelle termiche, passando anche per quelle nucleari, mai citate ma presenti nel carbone”.
Lo dichiarano Paolo Giardini e Daniele Mioni, rispettivamente presidente e responsabile Energia di Fare Verde, che tornano a parlare della riconversione della centrale a carbone, indicando come il metano, a differenza del carbone, offrirebbe la possibilità di essere sostituito dal Biometano, gas totalmente ad impatto zero, occasione che una gestione oculata potrebbe cogliere incentivando siti di produzione di questa nuova risorsa, valorizzando considerevolmente ed economicamente gli allevamenti di bestiame presenti nella zona, ampliando e chiudendo il ciclo produttivo dell’energia.
“Il metano, inoltre, – secondo gli esponenti dell’associazione ambientalista – si presterebbe bene anche per il ciclo di ‘Reforming interno’, processo chimico che sintetizza Idrogeno a partire proprio dal metano e dall’ossigeno naturale. Questo aprirebbe le porte ad una centrale combinata che, con il graduale uso di celle a combustibile, potrebbe non solo spingere questa nuova ricerca, ma trasformarsi in ultima battuta proprio in una centrale ad idrogeno. La transizione dal fossile al verde non può avvenire in un giorno e nemmeno in dieci anni, e allo stesso tempo non si può prescindere dalla produzione energetica, senza dimenticare l’imprescindibile riduzioni ed efficientamento dei consumi, ragione per cui siamo favorevoli alla transizione da carbone a metano, nell’ottica di una successiva fase di trasformazione in idrogeno che si avvicinerà sempre di più al modello ‘zero emissioni’”.