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    Amministrazione
    8 Agosto 2020
    Nuove case rifiugio a Cassino, Ariccia e Monterotondo. A Roma struttura residenziale, a Sezze 1 centro antiviolenza
    La Regione Lazio rafforza la rete dei servizi antiviolenza per le donne

    ROMA – La Giunta regionale ha approvato due importanti delibere di programmazione dei fondi destinati al contrasto della violenza contro le donne proposte dall’Assessora alle Pari Opportunità e Turismo Giovanna Pugliese. Con i fondi stanziati dal DPCM 4 dicembre 2019 si rafforzerà la rete dei servizi antiviolenza, con l’impegno di ampliare ulteriormente i presidi territoriali quali avamposto di relazione fra donne e di lotta contro la violenza maschile.

    Saranno tre le nuove Case rifugio che sorgeranno nel Lazio: a Cassino, ad Ariccia e a Monterotondo, senza dimenticare Roma Capitale dove sarà finanziata l’apertura di una nuova struttura residenziale. A Sezze, invece, nella casa di Donatella Colasanti, coinvolta nell’efferato massacro del Circeo del 1975, sarà istituito un Centro antiviolenza a lei intitolato.

    “Con la riprogrammazione dei fondi regionali concernenti la legge n. 4 per il contrasto della violenza contro le donne, – sottolinea Pugliese –  diamo continuità al sostegno rivolto alle figlie e ai figli delle donne vittime di femminicidio, che la Regione Lazio si impegna a sostenere fino al 29° anno di età e continuiamo nel capillare lavoro di prevenzione nelle scuole di ogni ordine e grado con il progetto ‘Io non odio’, perché sappiamo bene che gli stereotipi che alimentano la violenza vanno combattuti fin dalla più tenera età. Proseguiamo il percorso già avviato di collaborazione con la Procura generale e l’Ordine degli psicologi, perché nutrire una rete efficace che coinvolga tutti gli attori coinvolti è una chiave fondamentale per contrastare la violenza di genere. Infine, daremo vita a due importanti progetti culturali, in collaborazione con la Fondazione Nilde Iotti e l’Osservatorio per la legalità e la sicurezza della Regione Lazio, sui temi delle donne che si sono rese protagoniste della storia del nostro Paese fin dalla partecipazione ai lavori dell’Assemblea Costituente, e nella lotta alla criminalità organizzata. Stare dalla parte delle donne significa dare gambe alle idee, ai servizi antiviolenza, ai progetti di prevenzione, alla rete che ogni giorno si batte per contrastare la violenza di genere. Significa lavorare nei binari tracciati dalla Convenzione di Istanbul, che proprio in questi giorni viene messa in discussione dai governi polacco e turco con un attacco inaccettabile e senza precedenti”.

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