SANTA MARINELLA – Sta invadendo progressivamente anche il Tirreno, a causa di molteplici fattori e favorita dai cambiamenti climatici, l’alga verde Caulerpa cylindracea, considerata dal mondo scientifico una specie aliena invasiva. Per fare il punto sulla sua diffusione, verificare gli effetti sull’ecosistema marino, le eventuali ripercussioni sull’attività di pesca e anche trovare delle soluzioni, sono scesi in campo ricercatori e pescatori. Il Cursa – Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l’Ambiente – ha portato avanti per un anno il progetto ’Car’, finanziato con il fondo ’Po Feamp’ della Regione Lazio, sui siti Natura 2000 del litorale di Civitavecchia.L’area di studio è stata quella che si estende da Punta Sant’Agostino a Santa Marinella nel Lazio settentrionale, più precisamente sono stati esplorati i fondali tra Punta S. Agostino e Punta della Mattonara (Sic-6000005) e i fondali tra Punta Pecoraro e Capo Linaro (Sic-6000006).Dopo un anno di analisi e monitoraggi che hanno visto coinvolti i ricercatori dell’Università della Tuscia e anche diversi pescatori professionisti e amatoriali, è emerso innanzitutto che la Caulerpacylindracea interagisce negativamente con le praterie di Posidonia oceanica. In questa competizione ad avere la meglio sulla pianta marina endemica del Mediterraneo, essenziale per la conservazionedegli ecosistemi costieri, è l’alga infestante, originaria delle coste occidentali dell’Australia. Tuttavia, è stato anche osservato che le azioni di eradicazione manuale generano evidenti benefici per la pianta e per la fauna macrozoobentonica ad essa associata.
Cronaca, Energia e ambiente, Scuola e Università
12 Agosto 2020
Ricercatori dell’Università della Tuscia e pescatori impegnati per un anno. La Caulerpa cylindracea è considerata dal mondo scientifico una specie aliena invasiva
Alga verde infestante: in azione sul litorale le “sentinelle del mare”