logo
    Speciale medicina
    13 Agosto 2020
    Il paradosso del sesso virtuale preferito a quello reale
    Troppi porno, flop a letto

    Più video pornografici si guardano, più si rischia di fare flop nella vita reale. Troppo tempo davanti a uno schermo ‘hot’ può causare problemi di erezione e calo del desiderio sessuale e, a lungo andare, addirittura portare a preferire il sesso virtuale. È il singolare paradosso portato alla luce da una ricerca appena presentata all’ultimo congresso annuale dell’Associazione europea di urologia (Eau).

    L’indagine, condotta tramite un questionario on line di 118 domande su un campione di 3267 uomini del Belgio e della Danimarca, è arrivata infatti a conclusioni sorprendenti: correlando il tempo medio di visualizzazione di materiale pornografico (70 minuti alla settimana, con una media di 5-15 minuti per sessione) con il grado di disfunzione sessuale emerso dalle risposte, è risultato che circa il 25% degli intervistati riferiva livelli variabili di disfunzione erettile durante i rapporti con il proprio partner. Ma dalla ricerca, coordinata da Gunter de Win, professore dell’università di Anversa, emerge anche che solo il 65% degli intervistati ritiene il sesso con il partner più eccitante della visualizzazione di materiale pornografico.

    Durante la visione, il 90% si focalizza esclusivamente sulle scene sessuali più eccitanti. Inoltre, un 20% degli intervistati ha dichiarato che, per eccitarsi e portare a termine un rapporto sessuale soddisfacente per sé e per il partner richiede immagini di tipo pornografico ‘estremo’ di cui nella situazione reale non può disporre. Infine, un dato che riguarda la fascia più giovane: il 23% degli uomini sotto i 35 anni ha ammesso di riscontrare problemi di erezione, di varia entità, durante i rapporti con i rispettivi partner. I dati presentati all’Eau evidenziano “una relazione altamente significativa tra il tempo impiegato a guardare la pornografia e un incremento delle difficoltà con la funzione erettile nei rapporti con il partner”, commentano gli esperti.

    “Dobbiamo ancora capire bene il reale significato di questi risultati – premette Rocco Damiano, urologo e responsabile dell’ufficio risorse e comunicazione della Società italiana di urologia (Siu) – ed è difficile trarre conclusioni immediate dallo studio, anche perché non sono ancora definiti gli effetti della visualizzazione di materiale pornografico nelle donne. Ma occorre soffermarsi a riflettere sul fatto che la pornografia influenza la modalità con cui viviamo il sesso”.

    I commenti sono chiusi.