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    Energia e ambiente
    1 Settembre 2020
    Rivolta ai pazienti della Filiale di Roma del Centro Protesi dell’ente assistenziale
    Inail, sperimentata la riabilitazione in audio-video

    Roma – La situazione emergenziale dovuta all’epidemia ha reso necessario il ricorso a nuove strategie assistenziali, in particolare per le strutture sanitarie che devono assicurare la continuità terapeutica. È questo il caso della Filiale di Roma del Centro Protesi Inail che, grazie alle tecnologie in uso in Inail, ha potuto garantire la continuità riabilitativa ai propri pazienti che per il distanziamento sociale e la riduzione degli spostamenti esterni, non potevano svolgere l’attività rieducativa presso la struttura. Assicurare la continuità rieducativa assistenziale con modalità innovative.

    “In questo contesto – afferma Ida Poni, medico fisiatra del centro protesi Inail di Roma – sulla base delle note tecniche e delle istruzioni operative emanate dall’Inail in fase emergenziale, siamo riusciti a fornire prestazioni riabilitative per assicurare la continuità rieducativa assistenziale, con modalità indubbiamente innovative e nel rispetto della privacy delle persone l’attività ha riguardato infortunati sul lavoro e tecnopatici, principal-mente del Lazio, in fase post-operatoria o di post-acuzie già seguiti dalla nostra struttura. L’équipe riabilitativa, composta da medico fisiatra e fisioterapista, è stata integrata dall’assistente sociale e dallo psicologo, assicurando, anche in questa fase, la consueta presa in carico multidisciplinare dell’infortunato”.

    I pazienti sono stati ‘teleseguiti’ in rapporto uno a uno dal proprio fisioterapista di riferimento, ricevendo le istruzioni sui protocolli riabilitativi e sugli autoesercizi terapeutici con modalità e tempi di esecuzione, in coerenza con il piano rieducativo individuale, elaborato dall’èquipe riabilitativa per ogni persona.

    Inoltre sono stati messi in atto interventi di prevenzione mediante indicazioni di educazione terapeutica per la protezione da eventuali danni secondari. Il percorso di telerieducazione a distanza ha previsto anche altre fasi, come la videosorveglianza sanitaria sullo stato del dolore e il controllo clinico sull’avanzamento del piano terapeutico e riabilitativo.

    Un trattamento sostenibile da utilizzare in parallelo alla rieducazione in presenza. “Questa sperimentazione – osserva Ida Poni – ci porta a considerare la possibilità di integrare il trattamento svolto presso la struttura, con autoesercizi da eseguire a domicilio, considerato anche i risultati ottenuti dai primi dieci pazienti con patologie muscoloscheletriche che sono stati presi in carico in modalità di telerieducazione”.

    Una modalità innovativa, flessibile e sostenibile da utilizzare in parallelo e ad integrazione della rieducazione in presenza, con indubbi benefici per i pazienti, quando terminato il ciclo di cure, devono affrontare la ripresa della vita quotidiana e il ritorno al lavoro.

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