CIVITAVECCHIA – “La necessità di decarbonizzazione è ormai un dato acquisito, ne va della sopravvivenza stessa del nostro pianeta.Contrastare il cambiamento climatico e combattere l’inquinamento di terra, aria e acqua sono le sfide del nostro futuro immediato. L’emergenza Covid ha accelerato questo processo, determinando l’esigenza di una transizione energetica attraverso un’economia più sostenibile”.
E’ quanto osserva Città Futura che vede di buon occhio il piano lanciato dall’Europa, che prevede l’uscita dai combustibili fossili con il definanziamento delle attività connesse e il contemporaneo stanziamento di oltre mille miliardi di investimento sull’idrogeno.
“L’idrogeno, – osservano dall’associazione – sarà la chiave per trasformare il nostro sistema energetico senza eccessivi costi aggiuntivi, garantendo l’energia della quale abbiamo bisogno attraverso l’utilizzo delle infrastrutture esistenti, creando nuovi posti di lavoro e promuovendo la decarbonizzazione nei settori più difficili da elettrificare. L’amministratore di Enel non perde occasione per decantare le qualità dell’idrogeno e dichiarare che la strategia dell’Enel si baserà sempre di più su di esso. In questo quadro, perché a Civitavecchia Enel propone la riconversione a gas? Perchè si ostina a perseguire una strada chiaramente anacronistica e anti economica che, peraltro, non porta nuova occupazione? Come non notare l’enorme contraddizione fra il percorso imboccato, senza uscita, e ciò che si dovrebbe invece fare? Sappiamo del dibattito all’interno di Enel, dove sono forti le le spinte al cambiamento e altrettanto alla conservazione. Non ci sorprenderebbero quindi colpi di scena nella strategia Enel per Civitavecchia. La riconversione della centrale da carbone a gas sembra cosa già fatta, ma a nostro avviso non lo è: ampi sono i margini per un ripensamento, tutti basati su elementi concreti e sul buon senso. Ma la città non deve sperare solo in una conversione sulla via di Damasco di Enel, sarebbe un grave errore, non abbiamo dubbi che saprà vigilare e reagire ulteriormente, visto che già le istituzioni locali e gran parte delle forze politiche e sociali si sono espresse chiaramente contro il gas. Ci sono ancora 5 anni per l’uscita definitiva dal carbone, possiamo sfruttare questo tempo per pianificare insieme il nostro destino”.