CIVITAVECCHIA – Va in discussione oggi al Senato il Dl Semplificazioni; un appuntamento importante anche per Civitavecchia perché, di fatto, si andrà a tracciare la strada di quella che è la transizione energetica e, di conseguenza, del futuro prossimo della centrale Enel di Torrevaldaliga nord. Al centro del dibattito il gas, indicato come soluzione “ponte” dal carbone alle rinnovabili. Una soluzione che però non piace a Civitavecchia, come dimostrato anche dalla presa di posizione dell’intero consiglio comunale che ha espresso la netta contrarietà al progetto proposto da Enel.
In questo delicato dibattito si registra il dietrofront del Movimento Cinque Stelle che dopo aver presentato emendamenti al decreto che andavano a ribadire proprio il no al gas, hanno ritirato le modifiche al testo.
“Dopo Tav, Tap e Ilva, marcia indietro anche sulle nuove centrali a gas – hanno commentato in modo critico dal collettivo No al fossile Civitavecchia – il mese scorso insieme ad altre 160 associazioni, abbiamo presentato le nostre osservazioni e proposto alcuni emendamenti contro il Dl Semplificazioni del Governo il quale, a nostro avviso, semplifica soltanto le Valutazioni Ambientali ad esclusivo vantaggio delle lobby dell’energia. Alcuni parlamentari hanno inizialmente dato sponda a queste proposte sostenendole anche alla Camera e al Senato. Improvvisamente però qualcosa è cambiato. Pare infatti che il M5S abbia ritirato frettolosamente tutti questi emendamenti affossando così definitivamente gran parte delle nostre già flebili speranze. Il Dl verrà dunque “discusso” oggi al Senato, ma contro ogni tentativo di emendare in senso ambientalista questo pessimo testo, sarà purtroppo posta la fiducia. Peccato davvero. Con un po’ di coraggio e di coerenza si sarebbe potuta bloccare davvero la costruzione delle nuove centrali turbogas di Enel a Brindisi, Civitavecchia, La Spezia e Fusina. Ora, invece, è molto probabile che sulla scia di questo clamoroso voltafaccia, di nuove centrali, di gasdotti, di nuovi rigassificatori e depositi Gnl ce ne ritroveremo decine in tutta Italia”. Prima del ritiro degli emendamenti da parte del M5S si era registrato un intervento dei sindacati confederali dei chimici, i quali temevano per una chiusura degli impianti in questione, ribadendo invece il ruolo strategico del gas nel passaggio poi alle rinnovabili.
“A dispetto di ciò che hanno sostenuto maldestramente i sindacati confederali dei chimici qualche giorno fa – hanno aggiunto dal collettivo – investire oggi sul gas non significa soltanto continuare a devastare ambiente e clima, ma anche perdere migliaia di posti di lavoro. Ancora una volta, dunque, il partito unico dei combustibili fossili e quello della presunta realpolitik hanno affossato sul nascere quel timido tentativo di transizione ecologica che avrebbe garantito al nostro Paese di cominciare a ridurre le emissioni di CO2 così come indicato dall’IPCC, dalla comunità scientifica internazionale e dal buon senso. Dunque, per assecondare squallidi e provinciali equilibri di governo, Pd e M5S hanno scelto ancora una volta di investire sui combustibili fossili e sulle grandi opere inutili con buona pace delle rinnovabili, dell’emergenza climatica, del diritto al buon lavoro e dei bei proclami sciorinati a gran voce in campagna elettorale. Peggio di così non potevano fare. Ce ne ricorderemo”.