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    Speciale medicina
    22 Settembre 2020
    La campagna intende facilitare la comunicazione medico-paziente
    Tumori, al via “Il senso delle parole”

    Il medico parla di “diagnosi” e il paziente traduce “paura”; il medico dice “recidiva” e il paziente recepisce “angoscia”; lo specialista accenna al “trattamento”, ma il paziente pensa “sopportazione”. Sono alcuni esempi di come le parole chiave in oncologia e onco-ematologia possano risuonare diversamente e vengano decodificate in modo differente da chi cura e da chi è curato. Lo specialista concentrato sulla precisione e la neutralità tecnica, il paziente condizionato da una forte componente emotiva. Per favorire la costruzione di una lingua comune in oncologia è partita la campagna di comunicazione ‘Il senso delle parole – Un’altra comunicazione è possibile’, con l’obiettivo di migliorare la qualità delle relazioni tra persone con tumore, medici e caregiver proprio a partire dalla parola, elemento chiave della relazione di cura. La campagna è promossa da Takeda Italia in partnership con diverse associazioni di pazienti, la Società italiana di psico-oncologia (Sipo) e Women against lung cancer in Europe (Walce Onlus), con il patrocinio di Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica). Fino all’8 novembre, sulla piattaforma web www.ilsensodelleparole.it pazienti, caregiver e specialisti potranno indicare i significati che associano a un gruppo di 13 vocaboli importanti che articolano la relazione di cura-prevenzione, diagnosi, tumore, prognosi, percorso, intervento, Pet, metastasi, trattamento, remissione, recidiva, cronicizzazione, ricerca. Dalla consultazione scaturirà, sotto la supervisione di un board tecnico-scientifico, il ‘Dizionario emozionale’: un atlante delle parole chiave in oncologia, con i significati condivisi tra specialisti e pazienti da diffondere nei Centri oncologici e nelle sezioni delle associazioni. Altro punto di arrivo della campagna sarà la ‘Carta dei bisogni psicosociali’, per invitare l’intera comunità oncologica a favorire un nuovo stile di comunicazione e una maggiore attenzione ai bisogni psicosociali dei pazienti attraverso una migliore qualità della relazione e del linguaggio.

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