CIVITAVECCHIA – La presidente del consiglio comunale Emanuela Mari martedì pomeriggio ha trasmesso la proposta di delibera su Csp al presidente della commissione Partecipate Daniele Perello. Lo si apprende da una nota dell’avvocato della stessa Mari, Ervin Rupnik (legale fra l’altro anche di due esponenti di primissimo piano del M5S come Virginia Raggi e Roberta Lombardi) che chiede di rettificare l’articolo pubblicato mercoledì mattina “Csp, si allunga l’attesa per la discussione in consiglio”.
“La proposta era stata trasmessa alla commissione il giorno antecedente alla pubblicazione dell’articolo, anche alquanto tendenzioso, dato che la Presidente Mari ha ricevuto la proposta in questione non da due mesi ma solo da due giorni lavorativi prima di trasmetterla, il che è perfettamente coerente con la sua attività di Presidente del Consiglio Comunale. Se di “seria responsabilità” si deve parlare lo si deve semmai fare per aver diffuso al pubblico una notizia falsa, sulla cui base avete oltretutto costruito una precisa accusa nei confronti della mia assistita”.
_____________
La presidente Mari, solitamente pronta a rilasciare dichiarazioni e comunicati stampa direttamente, questa volta preferisce parlare attraverso un avvocato di primissimo piano del foro di Roma, per dire di aver trasmesso una delibera.
L’avvocato Rupnik, che come dimostrano alcuni precedenti in difesa del M5S è solito condire le sue richieste di rettifiche con valutazioni sull’operato di giornalisti e organi di informazione, cerca di prefigurare a uso e consumo della propria linea difensiva situazioni in realtà inesistenti negli articoli contestati come la presunta accusa alla presidente di voler far fallire Csp, che non è contenuta in nessuna parte del pezzo.
In questo caso, nel prendere atto che la presidente Mari ha adempiuto al suo dovere istituzionale, trasmettendo la delibera martedì pomeriggio, ossia praticamente quando è stato scritto l’articolo, poi pubblicato nelle ore successive, non si può non evidenziare come l’avvocato Rupnik poi mischi ruoli e competenze (tra presidente del consiglio e presidente di commissione) e faccia confusione sulle delibere in questione, non conoscendo probabilmente – ma è normale per un avvocato cassazionista abituato a cimentarsi con questioni di ben altro rilievo – il regolamento del consiglio comunale di Civitavecchia, che prevede da un lato che le commissioni debbano esprimere il proprio parere tassativamente entro 15 giorni da quando ricevono gli atti dalla presidenza del consiglio; dall’altro, come conseguenza, è altrettanto vero che qualora non provveda il presidente di commissione, deve essere proprio la presidenza del consiglio a procedere all’inserimento degli atti all’ordine del giorno per la discussione in consiglio comunale.
E ad oggi, non si è proceduto in tal senso né per le delibere di metà luglio (trasmesse il 5 agosto alla commissione, che comunque poi non si è ancora riunita) né per la delibera sicuramente più recente, ma altrettanto sicuramente urgentissima da licenziare (approvandola o meno) da parte del Consiglio Comunale.
Al di là, quindi, della “solerzia” presidenziale, è un dato di fatto che dopo oltre una settimana dall’avvio dell’iter per approdare in consiglio, non siano ancora stati neppure convocati commissione (lunedì si terrà una seduta dopo la lunga pausa estiva, ma si parlerà di altri argomenti) e, a caduta, conferenza dei capigruppo e consiglio comunale.