logo
    Speciale medicina
    6 Ottobre 2020
    Un milione di italiani soffre di scompenso cardiaco
    Il cuore non può aspettare

    Più di 20 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di scompenso cardiaco, ed entro il 2030 si prevede che questa cifra salirà di oltre il 25%. E in Europa le diagnosi si attestano a 400 casi per ogni ora, o a 7 casi ogni 60 secondi. Solo nel nostro Paese, questa patologia riguarda l’1,7% della popolazione, circa 1 milione di persone, e fa registrare 190.000 ospedalizzazioni. Numeri che “fotografano” la rilevanza della patologia al centro della campagna “Il cuore non può aspettare”, promossa da Novartis per informare sull’importanza della prevenzione e della continuità terapeutica e che parte in occasione della Giornata mondiale del cuore. “Lo scompenso cardiaco progredisce silenziosamente, anche in assenza di sintomi evidenti, esponendo il paziente ad un elevato rischio. Nel corso della vita una persona su cinque è a rischio di sviluppare la patologia che, attualmente, è la causa più comune di ricoveri in ospedale imprevisti per le persone sopra i 65 anni, nonché il principale motivo di riammissioni non pianificate”, ha detto Ciro Indolfi, direttore dell’unità opertiva di Cardiologia-Emodinamica-Utic dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e presidente Sic intervenuto oggi al webinar dedicato allo scompenso cardiaco e al lancio della campagna.

    I commenti sono chiusi.