logo
    Speciale medicina
    14 Ottobre 2020
    Testimonianze alla Medtech Week: “Lottiamo per ritrovare la normalità”
    Assopazienti: “Accesso a tecnologia salvavita frenato dal Covid”

    Pacemaker, defibrillatori, valvole cardiache, sistemi per stimolazione cerebrale e dolore cronico, soluzioni terapeutiche per disfunzioni urogenitali, crioablazione per i tumori. Sono milioni le vite legate a un dispositivo medico. E come uno tsunami l’emergenza Covid-19 ha travolto tutto, ostacolando anche l’accesso alle tecnologie salvavita. Visite e controlli posticipati, interventi programmati da tempo cancellati, e oggi si lotta per la riconquista della normalità. Lo testimoniano le associazioni pazienti che raccontano delle difficoltà che hanno affrontato per tutelare i diritti dei malati in tempi di pandemia. Occasione per fare il punto la “Medtech Week”, una settimana in cui in tutta Europa si parla di tecnologie biomedicali, dell’accelerazione che hanno contribuito a dare all’evoluzione della medicina, del valore aggiunto che portano nelle vite di malati e caregiver. Ma anche delle criticità portate da Covid-19. Come l’impossibilità per i pazienti cardiopatici di fare le visite di controllo, fa notare l’Associazione italiana scompensati cardiaci (Aisc). È una delle categorie di malati che ha sofferto di più: secondo la Società italiana di cardiologia il tasso di mortalità per infarto in Italia è passato quest’anno dal 4,1% al 13,7%, mentre i ricoveri per scompenso cardiaco sono calati del 47% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e quelli per fibrillazione atriale di oltre il 53%. Secondo una survey dell’Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione (Aiac) a cui hanno aderito 104 clinici di 84 strutture ospedaliere, nel periodo aprile-maggio 2020 c’è stata una generalizzata diminuzione (intorno al 50%) degli impianti di pacemaker, defibrillatori e nelle ablazioni cardiache. Calo quantificabile in circa 2.200 impianti in meno di dispositivi cardiaci impiantabili e circa 960 ablazioni cardiache in meno. Ma il Covid-19 ha complicato le vite anche di molti altri pazienti, per esempio chi convive con un tumore della prostata (solo nel 2019 ci sono state 37mila nuove diagnosi).

    I commenti sono chiusi.