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    Speciale medicina
    14 Ottobre 2020
    Lo fa solo un italiano su due, ma è un tumore ad altissima incidenza
    Cancro al colon, pochi test

    Il tumore del colon-retto è una delle neoplasie a più elevata incidenza nel mondo occidentale e rappresenta il 15% circa di tutti i tumori negli uomini e il 13% nelle donne. In Italia ogni anno si registrano 50mila nuovi casi, con un’incidenza inferiore nelle donne rispetto agli uomini: 60 casi contro 100 casi su 100 mila, e una media generale di 83 casi su 100 mila; si sviluppa più spesso nel colon (70%) e meno nel retto (30%). Ma nonostante questi numeri e l’efficacia degli screening, in Italia meno di 1 italiano su 2 si sottopone ai test. “Numerosi studi hanno dimostrato che lo screening per il cancro colorettale, che consente di individuare e asportare i polipi prima che evolvano in carcinomi e di diagnosticare un eventuale tumore in fase iniziale, nei paesi in cui è stato implementato da almeno un decennio riduce del 20% il numero di nuovi casi e del 30% la mortalità per questa forma tumorale”, conferma Elisabetta Buscarini, presidente della Federazione italiana società delle malattie dell’apparato digerente (Fismad) e direttore dell’Uoc di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’ospedale Maggiore di Crema. Mentre l’attività di screening organizzato del cancro colorettale mostra una costante crescita nell’estensione dell’offerta (nel solo 2017 sono state invitate più di 6 milioni di persone) – si legge in una nota – purtroppo l’adesione al test rimane stabile su valori intorno al 40%, con una adesione maggiore al Nord (52%), intermedia al Centro (35%) e inferiore al Sud (24%). Le donne sono più sensibili alla prevenzione: il 44% vi aderisce contro il 40% degli uomini. Preoccupa poi l’aumento dei casi nei giovani. Da uno studio internazionale, condotto in 20 Paesi europei, è emerso un aumento dell’8% annuo dei casi di cancro colorettale fra i giovani 20-29 anni e del 5% nella fascia di età 30-39 anni, accompagnati da una crescita dell’1,5% annuo nelle persone 40- 49 anni. Anche se tale trend non è confermato in Italia, questi dati suonano un allarme importante per le nuove generazioni.

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