Oggi le terapie funzionano e le persone con Hiv ne sono generalmente soddisfatte (73%) e solo il 31% degli intervistati non vede spazi di miglioramento. Ben il 56% ha cambiato la terapia anti-Hiv per gli effetti collaterali, il 35% per ridurre il numero di compresse e il 29% per ridurre il numero di farmaci. Tra gli spazi di miglioramento, il 17% vuole “dimenticarsi della malattia”, un bisogno che trova riscontro nel panorama futuro delle terapie contro il virus. È quanto emerge dai risultati del campione italiano (120 persone, 20% donne) dello studio internazionale “Positive Perspective 2”, sostenuto da ViiV Healthcare e realizzato su 2.112 persone con Hiv in terapia antiretrovirale in 24 Paesi nel mondo nel 2019. A livello globale – riferisce una nota di Viiv Healthcare – l’indagine aveva già messo in luce come oltre l’80% dei partecipanti allo studio prenda altri farmaci oltre la terapia antiretrovirale contro l’Hiv. Di questi, oltre il 40% sono classificati come pazienti che assumono poli-trattamento, aspetto correlato a più scarsi esiti di salute. Pur essendo il campione delle donne limitato (24), dall’indagine appare inoltre chiara la fragilità di questa popolazione che riporta uno stato di salute complessivo peggiore rispetto agli uomini (il 46% delle donne dichiara “un buono” o “molto buono” stato di salute nelle ultime 4 settimane rispetto al 62% degli uomini), avendo più comorbosità (in numero maggiore di 3, nel 50% delle donne rispetto al 27% degli uomini) e riportando maggiore condizione di poli-trattamento, definito come l’assunzione di 5 o più pillole al giorno oppure di medicinali per 5 o più condizioni (il 67% delle donne riporta “poli-trattamento” versus il 34% degli uomini).
Speciale medicina
22 Ottobre 2020
Presentati all’Icar 2020 i risultati italiani dell’indagine Positive Perspective 2
I pazienti Hiv vogliono migliore qualità di vita e terapie più tollerabili