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    Cronaca, Salute, Sanità
    3 Novembre 2020
    «Il virus c’è ed è fra noi, può toccare a chiunque»
    Alessandro Noferini colpito dal Covid e attualmente in isolamento fiduciario racconta i giorni in ospedale e la paura di morire

    TARQUINIA – Una testimonianza che fa riflettere, e che rende chiaro cosa significa Coronavirus. E’ quella di Alessandro Noferini di Tarquinia, colpito dal Covid 19. Per lui il peggio sembra essere passato, si trova infatti ora in isolamento fiduciario a casa, con terapia domiciliare dopo aver vissuto l’odissea di chi si sente senza respiro e pensa di non farcela. Noferini ha scritto la sua esperienza in un post su facebook per ringraziare medici e infermieri del reparto Covid 1 Malattie infertive dell’ospedale Belcolle di Viterbo ma anche e soprattutto per far comprendere il dramma del Covid ai negazionisti, ricordando che il virus “esiste e può colpire chiunque”.
    “Scrivo questo post – afferma Noferini – come testimonianza vissuta: ho atteso, aspettato, ma poi ho riflettuto e ho preso la decisione di portare la mia esperienza per tutti, in modo che ognuno di voi, comprenda e tragga le proprie conclusioni. Venerdì 17 sono arrivato in ospedale (a Belcolle ndr) in ambulanza, con carenza respiratoria da Covid, poiché confermato il tampone positivo, fatto giorni prima e con 39 di febbre e polmonite bilaterale. Come sono arrivato, mi hanno messo in una stanza, 3 metri per tre, e lì sono rimasto 16 terribili ore, con solamente il pappagallo per le urine. Nessuno, ripeto nessuno, per 16 ore si è visto o presentato per chiedermi se avevo bisogno di qualcosa o un goccio d’acqua, per la bocca che era priva di salivazione, una cosa estenuante ed allucinante, priva di dignità, ed al limite della sopportazione, fisiologica ed umana”.

    “Poi – prosegue Alessandro Noferini – dopo mille preghiere, come per magia, sono stato trasferito in reparto Covid infettive.Da lì, è cambiato tutto, ero in una stanza da tre persone, tutti con polmonite da covid, e tutti in assenza respiratoria, saturavamo 75/80. E da lì l’inferno. Crisi respiratorie a non finire. Tosse, testa che ti scoppia per i colpi di tosse, gli occhi che schizzano fuori. Il respiro non c’è; ed d allora vai in affanno, cerchi aria. I polmoni non prendono nulla, sembra di affogare. Impazzisci. Lacrimi. Piangi. Pensi, ora muoio. Ora me ne vado. E’ finita”.“Beh – prosegue Noferini – Quel lunedì, martedì e mercoledì ho creduto di morire, davvero, di andarmene. Solo, in quel letto gelido, freddo. Non il tuo letto. Non lo auguro neanche al peggior nemico, a nessuno”.“Poi – aggiunge – come per incanto con la maschera ho iniziato a salire con la saturazione. E da 85 sono passato ad 87, poi a 90, poi 92, poi 93, e poi 94…e così via. Le preghiere, un miracolo, il fisico ha risposto, non lo so, so solo, che respiravo, respiravo di nuovo, e così sempre meglio, fino ad arrivare a saturare 99, senza maschera. Questo bastardo di mostro c’è ed è fra noi, può toccare a chiunque di noi, il problema è che se non ci passi, e spero che chiunque non ci passi, magari non ci credi. Ma purtroppo c’è ed esiste. Allora, rispettiamo le regole, aiutiamoci, ma soprattutto, siate umani, perché non si vede ma c’è. Solo con il rispetto delle regole da parte di ognuno di noi, ne usciremo e riusciremo ad estirparlo. Vi ringrazio tutti, ma tutti, per la vicinanza e l’amore dimostrato in questi giorni da ognuno di voi. E ringrazio il reparto covid1 malattie infettive 1 piano (di Belcolle) per la loro professionalità, e l’umanità ed amore, nel fare il loro lavoro, con turni da 12 ore. Grazie di cuore”.