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    Speciale medicina
    4 Novembre 2020
    Esperti a confronto sull’impatto sul Ssn
    Gli oncologi: “Non esiste solo il Covid”

    Oltre a contrastare la pandemia, il governo della sanità deve mantenere uno sguardo di prospettiva. E può funzionare al meglio quando le decisioni sono condivise dai clinici e dagli amministratori. A partire da queste considerazione si è discusso “dell’impatto della nuova oncologia mutazionale sul sistema sanitario nazionale», online nella pagina youtube del Pensiero Scientifico Editore. I principali “attori” si sono confrontati a partire dalle sfide che il modello emergente nel campo dei tumori, reso possibile dalla profilazione genomica, pone all’intero processo organizzativo. Il nuovo modello si basa sull’individuazione nei tumori o nelle biopsie liquide di specifiche alterazioni molecolari che consentono di predire la sensibilità dei malati a terapie mirate o all’immunoterapia. Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, introducendo l’incontro ha ricordato che l’Italia è il Paese europeo che gestisce meglio le malattie oncologiche. Ha poi evidenziato la necessità di un approccio di sistema e di mantenere al ministero una regia dell’innovazione, condivisa con Regioni e Agenzia italiana del farmaco. Dal canto suo Nicola Magrini, direttore generale Aifa, ha ricordato che, a livello globale, quasi dappertutto la salute non è assicurata da sistemi universalistici. Ha inoltre sottolineato la necessità di ripensare l’organizzazione stessa dei servizi sanitari coinvolti nell’assistenza: prima ancora delle terapie e dell’accesso ai nuovi farmaci oncologici, spesso molto costosi, occorre ridisegnare le procedure diagnostiche, dalla profilazione genomica alla gestione dei dati. Secondo il Dg dell’Aifa qualsiasi strumento va contestualizzato, per una nuova governance del farmaco. Per questo, ha aggiunto Magrini, l’Aifa promuoverà già dai primi di dicembre un tavolo di confronto onco-ematologico. Nello Martini, della Fondazione Ricerca e salute, presentando il documento sull’oncologia mutazionale in Italia, condiviso da tutte le società scientifiche oncologiche, ha approfondito il tema della profilazione genomica: «Si tratta di un vero e proprio cambiamento culturale che segna un’epoca e che avrà effetti significativi sulla salute dei pazienti e sull’organizzazione del Servizio sanitario nazionale. È però un processo complesso, che richiede non solo un aggiornamento radicale del sapere medico, ma anche un governo razionale dei nuovi strumenti disponibili, delle procedure diagnostiche, come l’impiego della profilazione genomica e dei test, la gestione dei dati o l’accesso ai nuovi farmaci”.

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