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    Sport
    10 Novembre 2020
    Il presidente di Area PMI interviene sul difficile momento che stanno attraversando palestre, centri sportivi e società dilettantistiche in generale
    Sergio Protopapa: «Piccole realtà colpite da disagi più grandi delle loro potenzialità»
    «Speriamo il governo si renda conto che il blocco delle attività sportive non riguarda solo il presente, ma avrà risvolti negativi anche sul futuro»

    Non si capisce bene che fine farà lo sport. Con i nuovi decreti si naviga a vista e ogni forma di progettualità è azzardata. Nella provincia di Roma la stretta su centri sportivi e palestre sta mettendo a serio rischio il futuro di molti lavoratori alle prese con una situazione catastrofica di cui non si conoscono gli sviluppi.
    Sul delicato tema è intervenuto Sergio Protopapa, presidente di Area PMI: «Palestre e centri sportivi vivono un momento di emergenza, girando per il litorale romano e ascoltando i titolari delle strutture c’è da mettersi a piangere. Il secondo lockdown è sinonimo di chiusura per quei centri piccoli colpiti da disagi più grandi delle loro potenzialità. La limitazione di praticare sport oltre a creare gravi danni ad imprenditori e personale lo crea anche agli atleti. Per esempio nel calcio dilettantistico, in campionati come può essere l’Eccellenza, vi sono calciatori che vivono di rimborsi derivanti dal pallone. Mantengono famiglie con gli emolumenti e non hanno nessuna tutela se non quella del buon senso delle società in cui giocano che spesso si sostituiscono agli enti preposti per farlo, quindi speriamo che il governo si renda conto che il blocco delle attività sportive non è solo per il presente, ma costringerà molti campioni in erba ad abbandonare i loro sogni».