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    Sport
    10 Novembre 2020
    CALCIO Chiesto un confronto al presidente del Comitato Regionale Lazio. Tra i firmatari gli allenatori Paolo Caputo del Civitavecchia Calcio 1920 e Marco Scorsini del Ladispoli
    Trenta allenatori scrivono a Melchiorre Zarelli: «Vogliamo tornare a giocare con le dovute precauzioni». Lui risponde: «Una decisione che non ci compete»

    Tra i firmatari della lettera ci sono anche loro: Paolo Caputo (Civitavecchia Calcio 1920) e Marco Scorsini (Ladispoli)

    Trenta allenatori del dilettantismo tra Eccellenza e Promozione si uniscono a nome di altrettante società della Regione Lazio per far sentire la propria voce e chiedono al presidente del Comitato Regionale Lazio di poter tornare in campo rispettando tutti i protocolli sanitari in vigore.
    LA LETTERA DEGLI ALLENATORI AL PRESIDENTE DEL COMITATO REGIONALE LAZIO. “Egregio Presidente Cr Lazio, chi vi scrive è un gruppo di allenatori dei Campionati di Eccellenza e di Promozione del Lazio, con l’obiettivo di spronarvi a prendere una decisione chiara in merito al prosieguo dei tornei che ci vedono coinvolti. Siamo perfettamente consapevoli della presenza del virus e tutti, a diversi livelli, ne stiamo subendo le conseguenze nella nostra vita di tutti i giorni: professionale, personale, sportiva. Tuttavia, sempre nel rispetto delle decisioni del governo centrale, spetta a Voi, in qualità di organo di governo del nostro sport, di mettere in atto le azioni e le decisioni per favorire la ripresa dei campionati, la tutela degli investimenti e delle spese che i presidenti hanno sostenuto e in ultimo gli interessi anche economici di tutte le persone che in questi campionati sono coinvolti: giocatori, allenatori, arbitri, dirigenti, giornalisti sportivi, fisioterapisti, magazzinieri, custodi, addetti alla manutenzione, addetti ai punti di ristoro. Quello che chiediamo è confronto e chiarezza, non silenzio. Vogliamo chiarezza, al fine di consentire alle Società di potersi organizzare sia dal punto di vista logistico sia da quello tecnico. Serve impegno, serve la voglia di mettere in atto tutte quelle misure e precauzioni che ci consentirebbero di tornare a giocare, anche con una revisione del format attuale dei campionati sebbene da adottare in corsa.Inoltre andrebbero pure adeguati i protocolli per consentire di porre in isolamento i positivi, e una volta fatto il tampone rapido obbligatorio, non bloccare tutto il resto della rosa e consentire di giocare le partite oltre che proseguire la vita normale. Se i tamponi sono il mezzo attraverso il quale accertare la positività o la negatività degli individui, allora chiediamo di adoperarvi per agevolare le società a poterli fare a tutti i propri tesserati.Aiuti diretti, convenzioni con laboratori sul territorio sono solo alcune delle azioni che potreste mettere in piedi. Il tampone rapido programmato ogni 15 giorni, e ogni qualvolta si registra un positivo sono solo alcune delle azioni che potreste sostenere. Siamo consapevoli degli sforzi che la Lnd e anche il Cr Lazio ha fatto per agevolare le società rispetto ai disagi provocati dal precedente lockdown, ma bisogna reagire anche adesso e non arrendersi per fronteggiare la situazione e continuare nei limiti del possibile a coltivare le nostre passioni che poi sono la nostra vita.Siamo certi che da un tavolo di concertazione congiunto, un incontro fra tutte le parti in causa, potrebbero emergere idee e anche le risorse per affrontare il momento con fiducia reciproca. Rinunciamo tutti a qualcosa per non distruggere qualcosa di più grande. Questo è il nostro auspicio”.
    LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE MELCHIORRE ZARELLI. “Leggo con un po’ di sorpresa di lettere a me indirizzate, con un tempismo davvero sorprendente nel momento di maggior dolore per il Comitato Regionale Lazio, ma che vengono veicolate a tutti meno che al diretto interessato. Evidentemente, l’indirizzo mail indicato nella lettera è stato digitato male o c’è stato un malfunzionamento che ha bloccato la mail in qualche server. Comunque, grazie al numero di copie della lettera offerte alla stampa, ho potuto leggere quanto un gruppo di allenatori di società di Eccellenza e Promozione, che risulta essere poco più del 25% (37 su 128) chiedono apertamente di voler tornare a giocare, avanzando una serie di richieste che, a loro dire, dovrebbero essere soddisfatte dal Comitato Regionale Lazio che presiedo. Sulla voglia di giocare, siamo i primi a volerla coltivare e alimentare come abbiamo fatto non appena ce n’è stata data la possibilità, anche se alcuni presidenti di società, durante lo svolgimento dei campionati manifestavano, invece, l’intenzione di fermarsi per aspettare tempi migliori. Una discrasia che non fa che confermare lo stato di grande confusione che il proliferarsi di posizioni, pensieri e ipotesi, con l’aggiunta di qualche strumentalizzazione, sta creando in tantissimi addetti ai lavori. Tornare a giocare, tuttavia, non è una decisione che è nelle prerogative del Comitato Regionale Lazio ma, in questo momento di emergenza sanitaria, esclusivamente del Governo; così com’è di pertinenza della Commissione Tecnico Scientifica (organismo che opera a stretto contatto con il Governo, indicando le linee guida da seguire), la modifica dei protocolli sanitari che, se pur redatti dalla Figc, devono essere da loro vagliati e approvati. Tuttavia, come si avrà avuto occasione di leggere, il Consiglio Federale di ieri ha affrontato il tema dei tamponi in modo univoco per tutto il calcio, nel tentativo di trovare soluzioni (difficili per i professionisti, figuriamoci per noi dilettanti) che consentano di garantire sport e salute. Per quanto riguarda le azioni di tutela delle società da parte della Lega Dilettanti e del Comitato Regionale Lazio, queste sono state già messe in atto. Faremo ancora tutto il possibile per stare vicino alle società, dando fondo al massimo delle nostre risorse, derivanti esclusivamente dalle iscrizioni delle società, che non sono infinite e non godono di sussidi statali o di altre istituzioni. Altre tutele possono e devono arrivare dallo Stato o dalle Regioni, che hanno accesso ai finanziamenti europei, così com’è avvenuto nei mesi di lockdown, durante i quali numerosi operatori sportivi (tra i quali ci sono anche allenatori e calciatori) hanno avuto dal Governo gli aiuti richiesti, magari insufficienti secondo alcuni standard, ma comunque di ristoro in un difficilissimo momento. Il nostro silenzio, che tale non è perché rispondo a chiunque mi contatti, in realtà è la voglia di essere concreti, di offrire soluzioni e non illusioni, in un momento in cui la situazione sanitaria è ancora in una fase di grande incertezza, con preoccupanti segnali di tendenza al peggioramento, come, purtroppo, abbiamo dovuto vivere direttamente all’interno del Comitato Regionale. Chiudo sottolineando che sul concertamento per far emergere idee, proposte e magari soluzioni, noi siamo pronti a qualsiasi confronto con qualunque delle componenti del nostro movimento, così è stato sempre fatto durante la mia presidenza. Voglio infine assicurare che, sia pure nel momento di maggiore tristezza del Comitato, nessuno ha voglia di arrendersi, ma resta ferma la voglia di combattere con la forza che fa l’unione, non con il populismo o con i proclami, che non ci appartengono. Infine, se a qualcuno potrà fare piacere, i cosiddetti Piani B o C sbandierati in altre regioni, sono pronti anche da noi. Ma che senso ha annunciarli ora, sapendo che magari saranno solo parole al vento?”.