logo
    Cronaca, Energia e ambiente
    27 Novembre 2020
    Impianto di biometano a Civitavecchia: anche Tarquinia dice no
    Votata all’unanimità la delibera di giunta che richiama anche la Regione Lazio all’applicazione del procedimento compartecipato includendo i comuni interessati

    TARQUINIA – Anche l’amministrazione comunale di Tarquinia ha formalizzato la totale contrarietà al progetto di un impianto di produzione di biometano in località Monna Felicita a Civitavecchia.

    La giunta comunale, riunitasi in videoconferenza, ha infatti deliberato all’unanimità la contrarietà al progetto presentato dalla società Ambyenta Lazio spa (prot. 0931569 del 30.10.2020 della Regione Lazio)”.

    “Un altro atto è stato prodotto questa mattina dall’amministrazione Giulivi in difesa dell’ambiente e del territorio”, affermano dalla giunta Giulivi.

    Il comune di Tarquinia risulta infatti confinante con l’area nella quale il progetto potrebbe andare ad incidere, e pertanto l’amministrazione comunale ha inteso esprimere il proprio parere di contrarietà all’impianto, quale atto di fondamentale importanza, anche in forza dell’azione sinergica già avviata tra le amministrazioni comunali interessate, “al fine di tutelare un territorio già fortemente penalizzato dalla presenza di innumerevoli fonti inquinanti e da una conseguente situazione ambientale e sanitaria estremamente critica”.

    Nel documento deliberato (n 217 del 27/11/2020), il Comune di Tarquinia sottolinea l’opportunità di “porre un argine deciso a qualsiasi ulteriore ipotesi di pericolo per il territorio, l’ambiente e la salute dei cittadini”, considerando come nel progetto l’impianto viene definito ad “impatto negativo con livello basso”, “quando ormai – riporta il documento – è assodato che nessun digestore anaerobico possa dirsi ad impatto “basso”, meno che mai uno con le dimensioni dell’impianto in esame che prevede la lavorazione di 120.000 ton/a di rifiuti organici, la produzione di 8.300.000 nmc/a di biometano e la produzione, liquefazione e stoccaggio di 5.000.000 nmc/a di anidride carbonica liquida”.

    «A fronte di tali grandezze – riporta la delibera 217 – risulta, quindi, imprescindibile un’attenta valutazione degli indiscutibili impatti sulla qualità dell’aria (fumi e cattivi odori), sulle falde acquifere e sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee, liquidati troppo semplicisticamente come “reversibili” e quindi di «trascurabile prevedibilità”; impatti che invece devono essere obbligatoriamente quantificati, visto che le acque di prima pioggia utilizzeranno, a valle dell’impianto, il fosso di Monna Felicita».

    La delibera 217 sottolinea come il progetto sia carente di diversi elementi come: “La giustificazione in termini di utilità pubblica e di ricadute sul territorio, sia a livello di area locale (di insediamento) sia di area vasta (trasporto e interferenza sul territorio); la verifica di impianti che possano generare effetti cumulabili; la considerazione di insediamenti produttivi, artigianali e commerciali in area vasta, secondo un principio di prevenzione e precauzione; la definizione e la quantificazione degli impatti significativi e negativi che il progetto, anche in virtù del cosiddetto effetto sommatoria, genera sull’ambiente, sulla componente atmosfera e sui corpi idrici; il piano di monitoraggio; l’analisi dei costi/benefici del progetto relativamente a riflessi sociali, economici ed ambientali in tempi lunghi».

    «La carenza di valutazioni scientifiche legate all’effetto domino delle attività industriali impattanti sull’ambiente, presenti e realizzate nell’area – spiegano dall’amministrazione Giulivi – e l’assenza di valutazioni globali legate all’esposizione combinata e sommatoria di più fattori di rischio, non possono non indurre questa amministrazione a manifestare la più totale contrarietà alla realizzazione dell’impianto proposto dalla società Ambyenta Lazio Spa, rimettendo ad una fase successiva l’emissione di ulteriori pareri tecnici per integrare ed argomentare tale posizione”.

    Da qui quindi la dichiarazione di contrarietà votata dall’intera giunta e anche  la richiesta alla Regione Lazio a disporre l’annullamento in autotutela ai sensi dell’art. 21 nonies della Legge n..241/90 del procedimento avviato a fronte dell’ istanza della Soc. Ambyenta S.p.a.” e il “richiamo alla Regione Lazio alla corretta applicazione degli artt. 7 e 8 della Legge n. 241/90 sul procedimento compartecipato, includendo, (oltre a Civitavecchia ndr), anche i comuni di Allumiere Santa Marinella, Tolfa, Monte Romano e Tarquinia, come soggetti territorialmente interessati ai sensi dell’art. 23 comma 1 del Dlgs 152/06 e quindi competenti all’ espressione dei pareri obbligatori”.