MATTEO CECCACCI
CIVITAVECCHIA – Coronavirus o non Coronavirus, di sicuro la pandemia non può essere un alibi. Ad essa si possono certamente attribuire delle colpe, che hanno indotto tantissime società sportive, non solo la Snc Enel Civitavecchia, a ricorrere in fretta a delle situazioni che da un giorno all’altro sono peggiorate: il bilancio in primis.Ovvio che le perdite sono state consistenti, e qui stava, come tutt’ora, alla bravura della società gestire tutte le problematiche. Certo è che se un club stava inguaiato già prima del Covid-19, figuriamoci come si è potuto trovare dall’inizio della pandemia con il lockdown al seguito e infine con la seconda ondata che ancora oggi sta facendo impennare la curva dei contagi.
Senza mezzi termini: questo è il caso della Snc Enel Civitavecchia, società nata nel 1950 come Società di Nuoto e Canottaggio Civitavecchia sotto la presidenza di Raul Di Gennaro, che quest’anno festeggia i 70 anni di storia con a capo il presidente nonché allenatore della serie A2 Marco Pagliarini. Un traguardo bellissimo e straordinario che senza ombra di dubbio scaturisce sorrisi a tutte quelle persone e migliaia di cittadini di Civitavecchia che in questo mezzo secolo hanno condiviso gioie ed emozioni, ma anche momenti tristi e periodi meno belli. Ma lo sport è questo e le persone che vivono di sport lo sanno. E poi Civitavecchia non ha nulla da imparare su questo. Ma allo stesso tempo Civitavecchia deve apprendere la più grande sconfitta riguardante l’impiantistica locale degli ultimi anni: la chiusura del PalaGalli. Perché l’impianto natatorio degno di nota in città è lo Stadio del Nuoto, inaugurato nel novembre del 2011 con il nome di PalaEnel “Marco Galli” proprio per il colosso energetico che fece e che ha fatto fino allo scorso anno da sponsor.
Ma poi cosa è successo? Qualcosa è sicuramente accaduto, perché per arrivare a marzo scorso, quando la Snc, società che gestisce l’impianto si è trovata costretta a recarsi in Comune per consegnare le chiavi dell’impianto di viale Lazio, una rottura o una condizione a cui era praticamente impossibile stare dietro deve esserci stata per forza. Eccome se c’è stata. Basti pensare al debito che in poco tempo si è trovato ad aumentare. Oggi, infatti, la dirigenza rossoceleste si trova un debito che ammonta a più di 500mila euro, cifra che riguarderebbe soltanto le utenze tra luce, gas e acqua (una di queste tra l’altro gli è stata già tolta). E cosa si è fatto per rimediare alla gravissima questione cercando di far riaprire l’impianto?Società e Comune si sono messi in moto per cercare una soluzione, ma niente. Tutto si può riassumere con la trama di un famosissimo e storico gioco da tavolo, quello dell’oca in particolare: perché funziona che prima o poi si torna sempre al punto di partenza. E proprio questo è successo. Si è tornati in Comune dinanzi alla scrivania, dove a marzo alcuni dirigenti della società erano andati per posare le chiavi del PalaGalli. Del fatto che è stata una scena simbolica non importa, solo il gesto è stato significativo.
I primi passi si sono mossi come detto dopo sei mesi, quando martedì 15 settembre in Comune c’era stata un’importante riunione con il delegato allo Sport Matteo Iacomelli, la delegata ai Rapporti con Enel Barbara La Rosa e un rappresentante di Enel. Risultato? Lo dichiarò proprio la consigliera La Rosa: «La Spa energetica è pronta a sistemare il bilancio della Snc, ma poi servirebbero altri soldi per sostenere gli elevatissimi costi di gestione durante l’anno». Affermazione che mise in subbuglio molte persone.
Ma come sembrava tutto andare bene, ecco che quindici giorni dopo in Comune tutto è cambiato. La commissione Sport che si insediò martedì 29 settembre portò a un nulla di fatto, cambiando anche l’accordo della riunione precedente, perché si era deciso che sarebbe dovuta essere la Snc stessa a risanare il proprio debito con Enel che, una volta risolta la questione, si sarebbe assunta i costi di gestione. Èd è rimasto tutto fermo così, almeno per il Comune. Poi si arriva a giovedì primo e venerdì due ottobre, quando c’è stata l’inaspettatissima apertura del PalaGalli da parte dei dirigenti, che con due azioni, incrementando così i debiti con acqua e riscaldamento, il primo giorno hanno riempito la vasca e ventiquattro ore dopo l’hanno riscaldata. Gesti che poi sono serviti a poco, visto che gli atleti quando da lunedì 5 sono tornati lì hanno sempre svolto esercizi a corpo libero senza mai tuffarsi in acqua, dato che gli allenamenti in piscina venivano e vengono ancora fatti allo Sport Garden.
Tutto sembrava risolversi con la nascita del Consorzio con l’unione di Snc, Cosernuoto e Centumcellae ma neanche questo triumvirato è riuscito a risollevare una montagna di problemi. Enel dopo due mesi da quella famosa prima riunione si è offerta per avanzare una proposta: 80mila euro per la gestione in cambio di una fideiussione da ben 55mila euro che i tre presidenti del Consorzio, Pagliarini, Parisi e Sannino hanno rifiutato un secondo dopo. E quindi Enel non si è fatta più viva, così come il Comune che ha le mani legate e ormai pochi trucchi per riuscire a completare una magia – magari lo fosse stata – davvero troppo difficile giunta a questo momento. Il Consorzio si riunisce spesso, come ha fatto un paio di giorni fa, ma non si riesce a trovare un accordo che vada bene a tutti.E ora? Chi ha risposte o buone idee si faccia avanti e lo faccia sapere. Se tutto va bene il PalaGalli riaprirà a metà 2021, per essere ottimisti. Sabato 16 gennaio il campionato inizia e la Snc dovrà cercare casa. Si parla di Ostia o Viterbo, dato che nessuno prende in considerazione Largo Caprera. Chissà perché.
Ma arrivati a questo punto forse è il caso di lanciare nuove proposte. La costruzione di un polivalente può piacere a qualcuno? Una cosa però deve essere chiara a tutti e non può essere altrimenti: questo è un parziale fallimento della città tutta, della Civitavecchia sportiva e per tutti quegli atleti che in questo mezzo secolo hanno vissuto il mondo della pallanuoto e del nuoto. Chi ha gestito deve meditare e dare quanto prima risposte chiare a tutti. Perché tutti lo meritano.
Non può finire una storia di una gloriosissima società che dura da più di mezzo secolo che ha lanciato i più grande atleti a livello nazionale ed internazionale, come i campioni del mondo a Berlino ‘78 Roldano Simeoni e Marco Galli, il vicecampione olimpico a Montreal ‘76 Marcello Del Duca, le due medaglie di bronzo alle Olimpiadi di Atlanta ‘96 Roberto e Alessandro Calcaterra e infine il campione mondiale a Gwangju 2019 Marco Del Lungo, solo per ricordare i più medagliati tra decine e decine di campioni.
La Snc era storia, è storia e sarà storia. Per sempre. Però cerchiamo di non cancellarla dopo 70 anni. Anche se l’ombra del trasferimento della società fuori Civitavecchia ce lo fa pensare. Purtroppo.
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