Don Ivan Leto*
La liturgia ci propone la scena lucana dell’annuncio a Maria. Alcuni hanno interpretato il racconto dell’annunciazione essenzialmente come una risposta all’osservazione di Maria: “Come è possibile? non conosco uomo” (v.34). In realtà, il centro del racconto non è questo, bensì il concepimento per opera dello Spirito Santo. L’evangelista Luca presenta Maria come l’arca dell’alleanza nel tempio di Sion, sede della presenza del Signore in mezzo al popolo. Ecco perché l’angelo evoca l’ombra della nube che “copriva” il tempio, indicando l’irruzione del mistero e anche per questo la chiama “piena di grazia”.
È lo stesso Dio che l’ha riempita di grazia per essere la madre di suo Figlio. Maria sarà la madre del Figlio di Davide, del Messia atteso. In lei si compiranno le speranze messianiche delineate nella profezia di Natan. Tuttavia, superando tutte le speranze messianiche d’Israele, l’angelo rivela che il bambino che nascerà sarà davvero il Figlio di Dio. Maria è chiamata, dunque, a essere la madre del Figlio dell’Eterno. Una volta compresa la sua vocazione, la accetta generosamente pronunciando un “sì” che ha trasformato la storia dell’umanità. La sua risposta non è di rassegnazione o di sottomissione passiva, ma di accettazione libera e gioiosa.
*Don Ivan Leto
parroco di San Gordiano
Diocesi Civitavecchia – Tarquinia