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    Cronaca, Energia e ambiente
    6 Gennaio 2021
    Gli ambientalisti: Il regalo della Befana, l’ipotesi di 7 depositi di rifiuti radioattivi nella provincia di Viterbo

    TARQUINIA –Siamo stati cattivi, non vi è dubbio, se la Befana ci ha portato, dopo il carbone, anche questo regalo. Davanti alla sofferente situazione ambientale e sanitaria del territorio, e con l’ipotesi di ulteriori tre centrali, un inceneritore, un megabiodigestore, infierire proponendo la localizzazione nella stessa area di depositi di rifiuti radioattivi è tanto irresponsabile da rasentare un inquietante sadismo, e lascia intravedere la più completa indifferenza nello svendere un’intera comunità che, evidentemente, considerata di serie B, è ritenuta sacrificabile in nome di uno sviluppo tutto finalizzato a realizzare profitto per pochi piuttosto che tutela della salute e lavoro pulito per i più”.

    Italia Nostra Onlus, sezione Etruria, e Forum Ambientalista dichiarano sin da ora la propria netta contrarietà all’ipotesi del deposito di scorie radioattive nella Tuscia e annunciano che “provvederanno a  mettere per iscritto la contrarietà con le osservazioni che saranno inviate entro i tempi stabiliti”.

    “La notizia è molto articolata -affermano i comitati ambientalisti – poiché il soggetto responsabile della localizzazione, realizzazione e dell’esercizio del Deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, è Sogin S.p.A. (società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari), che ha preparato la proposta, tenendo conto dei criteri previsti nella Guida Tecnica n. 29 dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) elaborati sulla base degli standard dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA).La proposta delle Aree Potenzialmente Idonee, con l’ordine della idoneità delle aree identificate sulla base delle caratteristiche tecniche socio-ambientali, entra ora nella fase di consultazione, e sarà di fondamentale importanza al fine di scongiurare l’incombere sul territorio di questa vera e propria sciagura, che ognuno per il proprio ruolo tenga alta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla condotta di quanti sono chiamati a decidere. L’Italia con ben due referendum, ha deciso che non voleva impianti nucleari, anche per la criticità insita nella gestione di questo tipo di rifiuti, nella consapevolezza, suffragata da decine di studi scientifici, che non sarebbe stato possibile, ospitare un deposito di rifiuti radioattivi e dormire sonni tranquilli. Facciamo appello a tutti, Enti locali, amministratori, cittadini e associazioni, a visitare il sito web dedicato – www.depositonazionale.it – e iniziare sin da subito a lavorare per porre in evidenza le gravi criticità ambientali, sanitarie ed economiche per cui la proposta avanzata risulta irricevibile per questo territorio. Ospitare un deposito di rifiuti radioattivi, è un fardello davvero troppo grande per l’Alto Lazio, le cui caratteristiche corrispondono, peraltro, a molti dei criteri di esclusione sulla base dei quali la Sogin sostiene di aver elaborato la proposta; per questo dovranno essere valutate attentamente tutte le opzioni e non soltanto quelle che risultano economicamente convenienti”.