TARQUINIA – Cresce la preoccupazione per l’individuazione dei 22 siti, tutti nella provincia di Viterbo, che potrebbero ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. La “Cnapi”, ovvero la Carta delle aree potenzialmente idonee pubblicata nei giorni scorsi, ne individua 67 in tutta Italia. Nella Tuscia è già partita una petizione online “No alle scorie radioattive nella Tuscia”, lanciata dal sindaco di Bagnoregio Luca Profili e in 24 ore hanno firmato oltre 11mila cittadini. A Tarquinia, dopo la netta presa di posizione del sindaco Giulivi, anche l’Università Agraria prende posizione per un secco no allo stoccaggio di scorie nucleari sul territorio e studia le mappe per verificare l’ipotesi di ricadenza su terreni di proprietà dell’ente. “L’amministrazione dell’Università Agraria esprime la totale contrarietà alla realizzazione di un eventuale deposito di rifiuti radioattivi sul territorio di Tarquinia – afferma il presidente Sergio Borzacchi – Abbiamo appreso con stupore la notizia dell’eventualità di avere sul nostro territorio un Deposito Nazionale per rifiuti radioattivi. Come Amministrazione dell’Università Agraria di Tarquinia esprimiamo quindi la nostra ferma contrarietà pensando che il nostro territorio non merita questo. Diciamo NO alla realizzazione del deposito sul nostro territorio, ma anche su quelli dei Comuni limitrofi. Nell’ambito della fase di confronto aperta da Sogin, finalizzata a raccogliere le manifestazioni d’interesse da parte delle Regioni e degli enti locali, o delle eventuali trattative bilaterali con le Regioni, il dovere di tutti noi è quello di spingere e fare pressioni affinché non solo a Tarquinia, ma anche nelle aree limitrofe non sia installato il deposito. Auspichiamo l’unione di tutte le forze, economiche, politiche, istituzionali, associative, per far sentire, forte ed unica, la voce del territorio” Il no ai rifiuti radioattivi è trasversale: dal Partito democratico a Fratelli d’Italia, Forza Italia e Movimento civico. Anche le associazioni di categoria esprimono forte preoccupazione con il presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici che assicura: “Pronti a tutelare il nostro territorio da progetti che rischiano di intaccarlo e inquinarlo”. “Le nostre perplessità nascono proprio da uno dei criteri di valutazione della Sogin per la realizzazione del Cnapi – spiega Pacifici – che al punto CA11 recita così: “Non sono particolarmente indicate zone agricole di particolare qualità e tipicità e luoghi di interesse archeologico e storico”. Il nostro territorio vanta Dop e Igp di grande pregio, aree archeologiche famose in tutto il mondo, paesaggi e territori, che con la loro bellezza incontaminata e preservata dalle aziende agricole, fanno si che siano fonte di attrazione turistica, sostenendo l’economia ed il benessere. Va tutelata la vocazione del nostro territorio in cui sono presenti moltissimi allevamenti di ovini, bovini ed avicoli – conclude Pacifici – che molto spesso sono oggetto di discriminazioni perché considerati inquinanti. È per questo che come Coldiretti Viterbo siamo contro il consumo del suolo, contro chi lo inquina, contro chi progetti che possono intaccare il nostro splendido territorio>>. Tra i Comuni individuati nella provincia di Viterbo potenzialmente idonei nel Lazio ad ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari secondo la carta Cnapi figurano Ischia di Castro, Canino-Cellere-Ischia di Castro, Montalto di Castro 1, Montalto di Castro2, Canino1, Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Piansano-Tuscania, Piansano-Tuscania, Tuscania,Canino-Montalto di Castro1, Canino 2, Arlena di Castro-Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Tuscania 1,Arlena di Castro-Tuscania2, Canino-Montalto di Castro 2, Tarquinia-Tuscania, Soriano nel Cimino, Soriano nel Cimino-Vasanello-Vignanello, Gallese-Vignanello, Corchiano-Vignanello, Corchiano-Gallese, Corchiano. (a.r.)
Cronaca, Energia e ambiente
8 Gennaio 2021
Rifiuti radioattivi, partita la petizione on line: già raccolte 11mila firme
Anche l’Agraria di Tarquinia dice no al Deposito nazionale nella Tuscia