Don Ivan Leto*
Il Vangelo di Giovanni, oggi ci racconta la chiamata dei primi discepoli. A differenza dei Sinottici, nel quarto Vangelo, Gesù inizia il suo ministero pubblico quando il Battista è ancora nel pieno della sua attività. Anzi, è proprio il Battista il primo a testimoniare la presenza e l’identità di Cristo: mentre Gesù cammina come uomo, il Battista lo riconosce e lo indica come «Ecco l’agnello di Dio. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù» (1,36a-37).La sequela di Gesù da parte di Andrea e dell’altro discepolo è motivata dall’ascolto della testimonianza del precursore. Continuando la lettura del brano evangelico, l’attenzione si sposta dallo sguardo con cui il Battista guarda Gesù, allo sguardo con cui Gesù fissa i discepoli del Battista stesso. Non è uno sguardo indifferente o infastidito, al contrario, è lo sguardo dell’amore che si rivolge alle esigenze del prossimo. Nella seconda parte del brano evangelico (vv. 40-42), il gruppo dei discepoli comincia ad ampliarsi. Andrea e l’altro discepolo hanno visto e sono rimasti con lui e sono giunti a una comprensione più profonda dell’identità di Gesù; ora non possono più tenere per sé la scoperta che hanno fatto, sentono il bisogno impellente di comunicarlo alle persone a loro care. Andrea ne parla al fratello Simone e lo conduce dal Maestro che, fissando lo sguardo su di lui, esclama: «Tu sei Simone, ti chiamerai Cefa, che vuol dire Pietro» (v.42). Dopo lo sguardo del Battista e quello del Signore verso i due discepoli, vediamo nuovamente lo sguardo di Gesù, che penetra nel cuore di Pietro, cogliendone l’identità e definendone la missione. Simone, che era il figlio di Giovanni, diventa Pietro agli occhi di Gesù e di Dio, ovvero la pietra viva che dovrà mantenere salda la Chiesa nell’unità della fede.
*Don Ivan Leto
parroco di San Gordiano
Diocesi Civitavecchia – Tarquinia