TARQUINIA – No del consiglio regionale del Lazio alla realizzazione di un deposito per le scorie nucleari nella Tuscia. Approvato all’unanimità l’ordine del giorno che chiede all’amministrazione del Lazio di opporsi in tutte le sedi istituzionali preposte, al progetto di stoccaggio di rifiuti radioattivi in quell’area della provincia di Viterbo, territorio ricco di siti di grande valore paesistico, scavi archeologici, luoghi d’interesse artistico e monumentale e nel quale sono attive aziende agricole con produzioni d’eccellenza e centri termali.
La posizione di contrarietà è stata ribadita da più parti , da Fratelli d’Italia al Movimento cinque stelle. “L’imperativo è coinvolgere le comunità, gli enti locali, i portatori di interesse, le università e gli enti di ricerca per l’individuazione del sito che ospiterà il deposito nazionale di rifiuti radioattivi, per evitare che scelte calate dall’alto vadano ad impattare negativamente su territori già duramente provati da decenni di emissioni atmosferiche, causate da impianti altamente inquinanti», affermano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle che hanno presentato, nel corso del consiglio straordinario sul “Programma nazionale per l’individuazione del sito di stoccaggio delle scorie nucleari”, un ordine del giorno, a prima firma Silvia Blasi, per chiedere alla Regione Lazio di farsi portavoce e garante delle istanze delle comunità locali nel processo di individuazione di tale sito.
“Il Governo ha compiuto un atto di grande responsabilità – ha affermato Silvia Blasi – con l’avvio della procedura di individuazione del sito di stoccaggio, che, se non venisse attuata metterebbe l’Italia di fronte ad un inadempimento della direttiva Euratom, ed ha fatto una scelta di coraggio desecretando e pubblicando la mappa nazionale dei siti potenzialmente idonei e sicuri. Un lascito dovuto alle generazioni future che non dovranno più pagare i debiti ambientali ed economici derivanti da depositi temporanei. Lo stesso percorso trasparente e partecipato previsto dalla direttiva deve rimanere il cardine intorno al quale costruire una decisione consapevole che non prescinda dalla volontà delle comunità locali”.
“Nessuna scelta dovrà essere calata dall’alto – ha continuato Blasi – al contrario la piramide decisionale dovrà essere rovesciata ed al centro ci dovranno essere i territori che dovranno essere il fulcro dell’attenzione di tutte le Istituzioni. Questa scelta sarà la cartina di tornasole di tutta la faccenda che metterà alla prova la credibilità dell’autorità di gestione, della Sogin e dello stesso Governo. Ciò che mi aspetto è che la procedura di individuazione del sito non prescinda da una reale, trasparente tracciabile consultazione e coinvolgimento delle comunità locali, delle associazioni, dei comitati degli enti locali che dovranno essere il perno attorno a cui costruire la decisione. E mi auguro che la Regione Lazio faccia la sua parte nella produzione e nella redazione delle osservazioni da inviare alla Sogin e soprattutto che sia a fianco e a supporto dei Comuni del Viterbese dove sono stati individuati ben 22 siti ritenuti idonei. Stiamo parlando di un territorio martoriato da una grandissima quantità di impianti per produzione di energia, spesso oggetto di speculazioni, da mega impianti fotovoltaici che consumano decine di ettari di suolo e progetti di geotermia che suscitano numerose perplessità, perché potenzialmente impattanti. Un territorio che ha già dato tanto alla comunità nazionale e che ora ha tutto il diritto di far valere le proprie ragioni. Abbiamo pertanto chiesto alla Giunta regionale di farsi portavoce e garante delle istanze delle comunità locali e a rappresentare il fermo diniego alla realizzazione del Deposito Nazionale e le strutture tecnologiche a supporto per lo smaltimento dei rifiuti a bassa e media radioattività, qualora le tutte comunità locali coinvolte esprimessero parere negativo alla localizzazione nei rispettivi territori. E abbiamo chiesto che la Regione dia supporto ai Comuni della zona nella redazione delle osservazioni tecniche circostanziate che dovranno essere presentate e che intervenga col Governo affinché venga prorogato il termine per la presentazione delle osservazioni nella procedura di consultazione pubblica avviata il 5 gennaio”.“Il nostro messaggio ai decisori – ha concluso la consigliera del Movimento 5 Stelle – è che non si prescinda dalla volontà delle comunità locali e si arrivi ad una scelta condivisa, senza isterismi, senza barricate e con la cognizione che un progetto di tale caratura ha bisogno della consapevolezza e dell’approvazione dei territori coinvolti”.