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    Speciale medicina
    22 Gennaio 2021
    Disponibile anche in Italia la molecola brigatinib
    Cancro al polmone, arriva la nuova terapia

    Takeda Italia annuncia la disponibilità anche per i pazienti italiani di brigatinib (Alunbrig*) in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con cancro del polmone non a piccole cellule (Nsclc), avanzato, Alk positivo (chinasi del linfoma anaplastico), non trattati precedentemente con inibitori Alk, che affianca l’indicazione al trattamento in monoterapia di pazienti adulti con Nsclc positivo per Alk, in stadio avanzato, precedentemente trattati con crizotinib, ottenuta il 26 ottobre 2020. Brigatinib è un inibitore della tirosin-chinasi di nuova generazione studiato per colpire selettivamente e inibire le alterazioni genetiche Alk.

    Lo studio registrativo di fase 3 Alta-1L, che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di brigatinib in confronto a crizotinib nei pazienti con Nsclc Alk positivo, localmente avanzato o metastatico, che non hanno ricevuto precedente trattamento con un inibitore Alk, ha evidenziato una significativa efficacia sistemica di brigatinib, che ha ridotto del 51% il rischio di progressione della malattia o decesso rispetto a crizotinib.

    I risultati dello studio – spiega una nota – evidenziano l’efficacia di brigatinib nella popolazione Itt, “intent to treat”, con una sopravvivenza libera da progressione mediana doppia in confronto a crizotinib: 24 mesi rispetto a 11, come valutato dal comitato di revisione indipendente in cieco. “Nel trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule assume sempre maggiore rilevanza la profilazione molecolare del tumore, che permette di ampliare le opportunità terapeutiche a disposizione per specifiche tipologie di pazienti”, commenta Paolo Marchetti, professore ordinario di oncologia alla Sapienza, Università di Roma. “Nel caso dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule avanzato, che presenta riarrangiamento del gene Alk, brigatinib, rappresenta una importante alternativa a disposizione, avendo dimostrato nello studio clinico registrativo un’efficacia sistemica significativamente maggiore rispetto al farmaco di confronto”.