Il farmaco immunoterapico atezolizumab (Tecentriq*), in combinazione con bevacizumab (Avastin*), fornisce “la più lunga sopravvivenza globale osservata in uno studio di fase III in prima linea nel carcinoma epatocellulare (Hcc) non resecabile”. I risultati positivi sull’associazione sono stati presentati dal gruppo farmaceutico svizzero Roche in occasione del Gastrointestinal Cancers Symposium – 2021 organizzato dall’American Society of Clinical Oncology (Asco). Si tratta dei dati aggiornati sulla sopravvivenza globale dello studio ‘IMbrave150’, che valuta atezolizumab in combinazione con bevacizumab, rispetto a sorafenib, in pazienti affetti da Hcc non resecabile che non hanno ricevuto una precedente terapia sistemica. Dopo un follow-up mediano di 15,6 mesi – riferisce il gruppo basilese in una nota – un’analisi aggiornata ha mostrato che atezolizumab in combinazione con bevacizumab ha ridotto il rischio di morte del 34%, con una sopravvivenza globale (Os) mediana di 19,2 mesi, rispetto a 13,4 mesi per sorafenib. I risultati aggiornati della Os, insieme a quelli della sopravvivenza libera da progressione (Pfs) e della risposta oggettiva (Orr), sono stati coerenti con quelli dell’analisi primaria e supportano l’uso della combinazione nell’Hcc. I dati di sicurezza per atezolizumab e bevacizumab sono stati anch’essi coerenti con i profili di sicurezza noti di ogni singolo farmaco, senza che siano stati identificati nuovi segnali di sicurezza.
“Atezolizumab in combinazione con bevacizumab, come dimostrato dall’aggiornamento dei dati dallo studio IMbrave150, rappresenta un’importante opzione di trattamento per i pazienti che vivono con carcinoma epatocellulare non resecabile e fornisce la più lunga sopravvivenza globale osservata in uno studio di fase III in prima linea per questa patologia”, afferma Lorenza Rimassa, professore associato di Oncologia medica alla Humanitas University e vice responsabile dell’Unità di Oncologia medica dell’Irccs Humanitas Research Hospital.