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    Energia e ambiente
    22 Gennaio 2021
    Transizione energetica e idrogeno, per la Cna Civitavecchia può essere protagonista

    CIVITAVECCHIA – La transizione energetica fa discutere e, in particolare, il futuro di Civitavecchia e del territorio alla luce della scadenza del phase out sempre più vicina e dello spettro delle due nuove centrali a gas.  D’altro canto però si parla molto seriamente di idrogeno e di un futuro più green per un territorio che ha dato davvero tanto a tutta la nazione. Proprio per questo la Cna, impegnata in vari tavoli a vari livelli, propone a Civitavecchia un polo di ricerca e per la produzione di idrogeno verde. Per la Cna si tratta di un momento storico, con una serie di opportunità irripetibili. Come ha sottolineato il segretario generale della Cna di Civitavecchia e Viterbo Luigia Melaragni nel Pniec c’è l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra al 2030 è di almeno il 40% a livello europeo rispetto al 1990. Una riduzione del 40% della Co2 prodotta comporta la decarbonizzazione degli impianti esistenti, che il Pniec fissa al 2025. Al Mise è attivo un tavolo tecnico per la riconversione di Tvn. Enti locali, associazioni e politica – quasi tutta – si sono schierati contro l’ipotesi a gas e Cna condivide la posizione. Qui entra in gioco l’Europa che punta fortemente sull’idrogeno al punto che lo scorso dicembre è stato firmato il Manifesto per lo sviluppo di una catena del valore europea sulle tecnologie e sistemi dell’idrogeno. C’è poi la “rivoluzione verde e transizione ecologica” nel piano nazionale di ripresa e resilienza che favorisce l’utilizzo di fonti rinnovabili. «Abbiamo quattro anni – ha detto il presidente della Cna Civitavecchia Alessio Gismondi – per lavorare e venire incontro a queste nuove energie. Riteniamo che Civitavecchia possa candidarsi come polo di ricerca per l’idrogeno verde. La svolta green è quella del futuro, non il gas». Il sindaco Ernesto Tedesco ha sottolineato le parole dell’amministratore delegato Enel Francesco Starace nel corso di un webinar che ha parlato di idrogeno. «Cerco una spesa imponente – ha detto il Sindaco – però l’interlocutore fa riferimento al recovery found. Credo che Civitavecchia debba essere messa in condizione di essere un punto tra i più importanti, se non il più importante, in Italia per quanto riguarda le rinnovabili e seguire questo percorso. Questa è un’occasione storica, se questa è una novità che lo stesso Starace propone e indica come strada del futuro quale occasione migliore per pensare che Civitavecchia possa essere protagonista». Si andrebbe a coniugare l’aspetto ambientale con quello imprenditoriale. «L’Unione europea – ha concluso Gismondi – ha preso un posizione più radicale sulle rinnovabili, anche finanziando». Tra il 2020 e il 2024, infatti, l’Europa sosterrà l’installazione di almeno 6 gigawatt di elettrolizzatori per l’idrogeno rinnovabile. La Cna invita quindi a rimboccarsi le maniche. Intanto comitati e associazioni hanno organizzato una giornata di “selfiebombing” contro le due nuove centrali a gas a Civitavecchia. Ma il collettivo No al Fossile locale si rivolge anche a Tedesco: «L’idea che ci siamo fatti è che il Sindaco, e con lui regione Lazio e Governo, non abbiano nessuna intenzione, ad oggi, di andare oltre i bei proclami e le belle parole. Parlano di riconversione verde, ma poi, concretamente e compatibilmente con le loro competenze, non fanno nulla per cambiare il Pniec, non si attivano per dare fiato ai progetti alternativi che eclisserebbero in un attimo ogni ipotesi di nuovi investimenti sui combustibili fossili e, soprattutto, sembra che non abbiano nessuna intenzione di mettere in discussione i piani energetici delle grandi aziende».