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    Energia e ambiente
    4 Febbraio 2021
    È quanto emerge dallo studio "Resilience Report 2021" di Deloitte presentato al World Economic Forum 2021
    Manager italiani, la vera sfida è sul cambiamento climatico

    Più della metà dei manager italiani, il 52%, indica il cambiamento climatico come la più grande sfida per le aziende da affrontare nei prossimi anni, percentuale superiore alla media globale che si ferma al 47%. Le altre due tematiche sociali che più preoccupano i manager sono quella sanitaria (46%) e quella relativa all’istruzione della forza lavoro (38%). Lo rileva il Resilience Report 2021 di Deloitte presentato in occasione del World Economic Forum 2021. Manager italiani, quindi, “sempre più consapevoli del cambiamento climatico e sempre più convinti del grande impatto che potrebbe avere sulle proprie attività di business”, dice Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Italia, presentando lo studio che indaga l’atteggiamento verso gli scenari economici futuri e la fiducia nella propria capacità di gestione di eventi straordinari come il Covid-19 da parte di 2.260 amministratori delegati di 21 Paesi nel mondo, tra cui 102 italiani. “Mentre l’attenzione per il tema dell’assistenza sanitaria e della prevenzione delle malattie è sicuramente correlata all’insorgere della pandemia da nuovo Coronavirus, la rilevanza del tema dell’istruzione della forza lavoro era già emerso da tempo – continua Pompei – I dati presentati a Davos, infatti, confermano quanto era già stato messo in evidenza dal nostro studio RiGeneration Stem: in Italia il disallineamento tra skill possedute dalla forza lavoro e quelle richieste dal mercato del lavoro è così importante che quasi un’azienda su quattro (il 23%) non riesce a trovare i profili professionali di cui ha bisogno, specialmente se sono di ambito Stem”. Ad accrescere la consapevolezza sull’importanza della tematica ambientale, invece, sicuramente è stato l’impatto del Covid-19. Secondo la comunità scientifica internazionale, infatti, la scarsa sostenibilità di alcune attività umane contribuisce in maniera determinante alla distruzione degli ecosistemi naturali, aumentando le probabilità di spillover (o salto di specie) e quindi di nuove pandemie. Ma non tutti i manager italiani sono d’accordo sulla portata dei fenomeni correlati al cambiamento climatico. Alla domanda “Il cambiamento climatico è una crisi di portata maggiore, minore o simile rispetto alla crisi covid-19?”, solo il 38% ha risposto affermando che si aspetta che le conseguenze del cambiamento climatico possano essere più severe di quelle del Covid-19. Il 35% si aspetta una portata simile, mentre il 24% degli intervistati pensa che l’impatto del cambiamento climatico sarà minore di quello della pandemia in corso. Per quanto riguarda l’impegno per l’ambiente portato avanti dalle aziende, le risposte dei manager sembrano segnalare che, a fronte di una crescente preoccupazione per la tematica ambientale, le azioni intraprese non siano ancora ottimali e possano ancora migliorare. Mentre la media globale di rispondenti che pensa di avere fatto bene nell’onorare i propri impegni ambientali è del 35%, il corrispondente italiano è del 32%. E mentre la media globale di chi pensa di aver fatto benissimo è del 24%, in Italia lo stesso dato si
    ferma al 22%.